Pino Daniele, l'ex Fabiola Sciabarrassi da Caterina Balivo: «Insieme per 20 anni, ma non siamo riusciti a ritrovarci prima che morisse»

Pino Daniele, l'ex Fabiola Sciabarrassi da Caterina Balivo: «Insieme per 20 anni, ma non siamo riusciti a ritrovarci prima che morisse»

di Silvia Natella
Pino Daniele ha segnato la vita di Fabiola Sciabbarrasi. Da Caterina Balivo, a "Vieni da me", la donna ha raccontato i vent'anni insieme al cantautore e mostrato il suo libro "Resta l'amore intorno. La mia vita con Pino" . La loro è stata una grande storia d'amore che è terminata circa un anno prima che l'artista morisse, nel gennaio 2015. Una crisi che probabilmente avrebbero potuto superare se non fosse scomparso prematuramente. Quel che è certo è che oggi la donna ammette di convivere con il dolore della sua perdita e recrimina quel "non detto" quando era ancora in vita.

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I due si sono conosciuti a casa di Massimo Trosi, il quale definiva Pino Daniele il suo alter ego nella musica. Erano entrambi impegnati, ma cominciarono a sentirsi e a creare una dipendenza reciproca: «Abbiamo impiegato due anni prima di metterci insieme, poi mi ha sorpreso quando mi ha chiesto all'improvviso di sposarlo». Da questa unione sono nati tre figli, Sara, Sofia e Francesco. La famiglia ha avuto sempre la priorità per Fabiola: «Ero pinocentrica, mi sembrava un passaggio naturale abbandonare le mie velleità. Era più importante che noi due stessimo insieme su progetti di vita comuni. Comunque rifarei tutto».

Molto commovente il momento in cui ha spiegato che il figlio più piccolo, arrivato nella maturità, è dispiaciuto per non aver avuto una canzone a lui dedicata: «Io gli dico sempre che da qualche parte c'è, io l'ho ascoltata, dobbiamo solo ritrovarla». 
Leggendo il libro è difficile credere che quando il cantante napoletano è morto i due non stessero più insieme, ma 
la sua morte è stata così inaspettata che ha causato un dolore immenso: «Quando lui è venuto a mancare ho avuto necessità di tanto tempo per capire che fosse accaduto, ero quasi catatonica, ero sovrastata da troppe incombenze. Oltre il danno nel corpo e nell'anima cercavo di proteggere i miei figli... Nell'ultimo anno ci sono state contaminazioni che possono aver offuscato quella luce, ma si vede nel libro che non c'è rabbia».

Un rimpianto però c'è: «Se ho una recriminazione è quella di aver lasciato dell'insoluto tra di noi, non ci siamo detti tante cose. Non siamo riusciti a sanare una frattura. Quando hai bisogno di dire qualcosa non posticipare perché il destino è inclemente. Non era previsto questo game over. Tre giorni prima ci eravamo sentiti e volutamente non ero uscita per salutarlo. Mi facevano male questa staffetta del bambino e questo commiato. L'ho visto dal videocitofono, ma da una foto alle Terme di Saturnia avevo capito che non aveva un'immagine serena in volto... Lui soffriva di una patologia cardiaca importante che evidentemente aveva sottovalutato. Io non ho mai offerto il fianco alle contestazioni perché niente e nessuno potrà cambiare quello che è successo». 

I proventi del libro saranno devoluti in beneficenza:  «La scrittura cristallizza un momento e mi ha aiutato a smettere di non credere più alla magia. La sua musica? Per due anni non sono riuscita ad ascoltarla. Oggi mi fa stare bene»
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 18 Dicembre 2019, 19:40
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