Su Netflix “Ultras”: «Napoli violenta tra tribù e fede»
di Michela Greco
Presentato con un’inedita conferenza stampa “a distanza”, con i giornalisti collegati in diretta streaming proprio per le restrizioni e le precauzioni imposte dalla diffusione del Covid-19, Ultras «nasce da un vecchio soggetto, mai realizzato, scritto per un videoclip di Calcutta – spiega il regista – Riguardava proprio un tifoso col Daspo e la sua storia d’amore a distanza con la squadra». Il Mohicano del film ha le fattezze dell’attore partenopeo di Reality, che incarna un uomo in crisi di mezza età che non riconosce più il senso della sua leadership ultras e cerca conforto nell’amore con Terry (Antonia Truppo). «Il calcio non era il nostro centro di interesse – aggiunge Lettieri, che ha scritto il film con Peppe Fiore – Ci interessava piuttosto la dimensione della fede all’interno di un mondo interessante per la sua iconografia, per le sue regole. A Napoli, poi, il tifo è diverso da quello delle città che hanno più di una squadra e contiene un desiderio di riscatto del Sud nei confronti delle blasonate del Nord. E se negli anni 80 il tifo degli ultrà era colorato e folkloristico, oggi è più cupo e violento: sono in crisi perché in questi anni sono stati combattuti e repressi ed è diventato più difficile per loro esercitare l’indole violenta».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 4 Marzo 2020, 09:30
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