Simona Molinari: «Un disco e uno show tra Mercedes Sosa, diritti civili e Maradona»

Simona Molinari: «Un disco e uno show tra Mercedes Sosa, diritti civili e Maradona»

di Rita Vecchio

La pace e la difesa dei diritti civili. In "Hasta sempre Mercedes" c'è una storia sempre attuale. Un album con cui Simona Molinari omaggia la cantante sudamericana Mercedes Sosa, brani che contengono i duetti con Tosca e Paolo Fresu, l'inedito scritto da Bungaro "Nu fil' e voce" e una reinterpretazione di Caruso di Lucio Dalla. Una storia che la Molinari, artista poliedrica e dalla voce strepitosa, porta in giro nei teatri con "El Pelusa y La Negra". 


Perché ha detto sì alla storia di Mercedes? 
«Cerco sempre di veicolare un messaggio che vada oltre l'ego dell'artista e di dare un senso a quello che faccio. Un po' alla Vasco Rossi. Lo avevo fatto già qualche anno fa con Ella Fitzgerald, ma qui, con Mercedes voglio raccontare la storia di una donna e dell'emancipazione femminile». 


Come è nata l'idea? 
«Da un libro di Cosimo Damiano Damato su Maradona e sull'Argentina diventato spettacolo di teatro canzone, un intreccio di musica e dialoghi visionari fra Mercedes e Diego. Doveva essere solo musica, ma per me è diventato qualcosa di più. In questo momento particolare, in cui la cronaca nera conta numeri spaventosi, è un passaggio obbligato che sentivo di dover compiere mentre sto lavorando al mio nuovo disco di inediti». 


Una donna che racconta un'altra donna. 
«Nutro molto orgoglio per questo.

Ci sono donne enormi di cui nessuno parla. È la rappresentazione pop della cantante che ha dell'altro oltre a un bel vestito». 


A che punto si è con la parità di genere? 
«Siamo ancora molto distanti dalla meta. Il gap sociale ed economico c'è. Dalle minoranze arriva la rivoluzione, ma gli unici che possono cambiare le cose sono gli uomini illuminati, quelli che supportano le donne. Mercedes parlava di libertà e ha lottato tutta la vita contro il disincanto. La nostra è una generazione che non crede più a nulla. E io come donna, artista e madre, non mi sento tutelata». 


Si sente rappresentata dalle donne al potere? 
«No. Sono state scelte da uomini che non sono in grado di rinunciare ai privilegi. Noi donne possiamo combattere e ce la possiamo fare solo e soltanto con la cultura. E sinceramente non so quanto Meloni o Schlein riescano a smuovere le coscienze».

E chi le potrebbe smuoverle? 

«Chi dà loro voce, anche se a proprio modo. Una Chiara Ferragni, una Elodie. Mercedes smuoveva la maggioranza silenziosa, una maggioranza che credo ci sia ancora oggi. L’umanità non è quella sui social. Occorre un grande pensiero critico che oggi purtroppo manca. Ed è da questo che dovremmo tutti partire». 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 27 Novembre 2023, 07:37
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