Vecchioni: «Canto con Guccini il coraggio di Zanardi»
di Massimiliano Leva
“Un inno alla vita di Zanardi che diventa un maestro per tutti i giovani, per dire loro che la vita è più forte del destino”, ha spiegato in conferenza stampa ieri Roberto Vecchioni, raccontando anche quanto sia stato difficile convincere Guccini a cantare con lui. “E’ stato come stanare un orso dalla tana, che fatica. Mi ricordo la prima volta che lo vidi: un uomo grosso e irsuto, che mi raccontò di aver ascoltato qualche mia canzone. Mi disse: ‘quella in cui si parla di uno stadio e di una partita di calcio’. Gli risposi che anch’io ne avevo ascoltata una delle sue. Uno che parlava di un treno che si andava a schiantare ” (Il riferimento è a “Luci a San Siro” e a “La locomotiva”, ndr). Ma ne è valsa la pena per questo duetto. Per ascoltare due padri della canzone italiana fianco a fianco. Perché questo, in fondo, è il sottile filo rosso che conduce mano per mano le canzoni di questo nuovo disco di Vecchioni, che è un concept album. Tema conduttore : una nostalgia neanche tanto velata. Un ricordo sincero dei tempi della canzone dei cantautori, quelle degli anni Settanta. “E’ in quel periodo che è successo tutto. Tutto il disco è immerso in quella atmosfera perché in quegli tutto è stato come doveva davvero essere: scritto, immaginato e cantato alla luce della cultura. Cose anche semplici, forse persino elementari, ma sempre comunque cultura. Forse anche per questo Francesco Guccini ha accettato di tornare a cantare. Io l’ho cercato e l’ho voluto nel mio disco, proprio per quello che anche lui rappresenta, pure per lui in riferimento a quel periodo”. Un’altra lezione di vita e di musica da parte di Roberto Vecchioni.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 7 Novembre 2018, 08:36
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