Phil Collins live a Milano: «Non sono ancora morto!»

Phil Collins eterno, live a Milano: «Non sono ancora morto!»

di Claudio Fabretti
In lotta contro i suoi acciacchi, contro il tempo che passa, contro i soliti detrattori. Phil Collins non si arrende. Anzi, si celebra ancora. Con il più autoironico dei tour: “Not Dead Yet”. «Non sono ancora morto», scherza l’ex-batterista e cantante dei Genesis, pronto a passare in rassegna la sua storia musicale lunedì sul palco del Forum di Assago. Al suo fianco una super-band, trascinata dal basso di Leland Sklar e dalla chitarra di Deryl Stuermer. Sarà l’omaggio - un po’ nostalgico ma assistito dall’ironia di sempre - di un’epopea anni 80-90 da 150 milioni di album venduti in tutto il mondo. Una stagione d’oro alla quale è seguito un lento declino, provocato anche da una sequela di problemi fisici che avrebbe steso un toro: difficoltà importanti all’udito, interventi alla colonna vertebrale, danni al tessuto nervoso. Acciacchi che lo hanno costretto anche a restare seduto sul palco o in sedia a rotelle.
Ma niente ha fermato la proverbiale energia di mister Philip David Charles Collins, classe 1951. Al massimo qualche temporanea uscita di scena, tanto per tornare di nuovo sotto i riflettori e annunciare al mondo la sua mancata dipartita.
A Milano l’ex-re mida del pop-rock - 7 i singoli spediti in vetta alla classifica americana (impresa riuscita all’epoca al solo Michael Jackson) - proporrà una raffica di successi, dalla solenne In The Air Tonight - che diede il La alla sua carriera solista - alla cover di You Can’t Hurry Love delle Supremes di Diana Ross; dalla sempiterna ballata da accendini Against All Odds alla frenesia funk-pop di Sussudio, senza dimenticare omaggi all’era dei Genesis post-Gabriel, come Throwing It All Away, Follow You Follow Me - recentemente suonata a Berlino insieme all’ex-sodale Mike Rutherford - e Invisible Touch. Canzoni rimaste nella memoria collettiva anche se mai in grado di scalfire la diffidenza degli orfani dell’Arcangelo di Chobham, quelli che non perdoneranno mai a Collins di aver “usurpato” il timone della loro band del cuore. Tutti gli altri, ancora una volta, saranno ai piedi dell’eterno Phil.
 
Ultimo aggiornamento: Martedì 3 Marzo 2020, 23:15
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