Peppe Vessicchio al teatro Eliseo di Roma dirige la Saint Louis band nell'omaggio a Pino Daniele

Peppe Vessicchio: «Il mio omaggio a Pino Daniele dedicato ai giovani e ai web-fan»

di ​Stefania Cigarini
Questa volta, per il suo concerto-tributo a Pino Daniele, Peppe Vessicchio ha scelto i giovani, quelli della scuola di musica Saint Louis.

Perché Pino Daniele?
«È un poeta a tutto tondo, sia musicale che letterario. Un artista che ha l’urgenza dell’espressione per dolore, per partecipazione sociale. Dal punto di vista musicale è uno dei compositori più completi, sopraffini, ha spaziato in lungo e in largo su tanti fronti, a cominciare da quello della canzone leggera, come Na’ tazzulella e’ cafè. Da Napulé fino a Dubbi non ho, ha mescolato il napoletano all’italiano, all’inglese del soul che lui amava»

Un omaggio l’ha già reso nel 2018 con una big band, perché ha scelto i giovani ora?
«È doveroso per chi, come me, ha vissuto questo mondo musicale, ha preso parte alle sue battaglie, aprire questi spazi e renderli accessibili. Per condividere l’esperienza di suonare insieme. È una spinta formativa»

Che risultato vorrebbe ottenere?
«Spesso osserviamo fenomeni commerciali, di gradimento collettivo, ma di poca sostanza. Penso sia importante far capire ai giovani che un musicista può vivere di bella musica e offrire al pubblico uno scambio proficuo, anche se non arriva al grande palcoscenico»

C’è un gran dibattito sui testi rap che inciterebbero alla violenza
«Io associo la ricerca musicale alla ricerca di pace, di benessere. Mi viene molto difficile pensare al contrario. Credo invece che il disagio presente nella società riesca a trovare spazio nella musica e a diffondersi con numeri da legare al commercio, al sostegno delle multinazionali. Dal punto di vista culturale lo ritengo preoccupante».

Ha parlato di sé nel libro La musica fa crescere i pomodori, del 2017. Immaginava che sarebbe diventato un personaggio tv, oltre che un musicista?
«Me lo chiedo anche io. Quando vado in tv, se non devo fare musica, ma altro, soffro un po’ di ansia. Io volevo solo capire, svelare a me stesso perché fossi così rapito dalla musica. Se quel che ho fatto ha avuto anche un valore comunicativo, non era previsto»

Eppure lei è un fenomeno social
«Esatto, oggi mi ritrovo ad essere conosciutissimo sui social, pur non essendo social per niente. O forse proprio per questo»

L’hashtag #uscitevessicchio, a Sanremo 2016, ha spopolato
«Tanto che voglio farci uno spettacolo per ringraziare nella realtà, non nella virtualità, chi l’ha ideato e chi l’ha spinto. Vorrei invitarli sul palco. E al tempo stesso vorrei raccontare cosa è Sanremo con gli occhi del direttore, quelli di chi partecipa a questo gioco»

Direttori di riferimento
«Enrico Simonetti è una delle figure tv che ho sempre apprezzato. Eclettico, estremamente preparato, raccontava favolette commentandole musicalmente con una abilità enorme. Dal punto di vista classico, Leonard Bernstein. Mi capitò di vederlo con la New York Philharmonic. Spaziava con in lungo e in largo con eleganza e disinvoltura, parlava in pubblico senza esitazione, aveva la lucidità mentale per dirigere una partitura dell’Ottocento e subito dopo un’opera di Luigi Nono».

Se dovesse salvare una sola canzone dall’Apocalisse?
«’O paese d’o sole, per puro valore sentimentale, non per il valore intrinseco, pure significativo. Ci sono alcune strofe che non sono solo melodia, ma capacità di racconto di una tale forza empatica che ogni volta io mi sciolgo, mi commuovo».

riproduzione riservata ®
stefania.cigarini@leggo.it

Peppe Vessicchio dirigerà il concerto-tributo a Pino Daniele, da lui ideato, accompagnato da 25 giovani della Saint Louis Pop Orchestra e dal batterista e percussionista Tullio De Piscopo, ospite speciale.
Teatro Eliseo, via Nazionale 183, Roma, lunedì 8/04, biglietti da 10 euro, info 0683510216, teatroeliseo.com

Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Marzo 2023, 11:24
© RIPRODUZIONE RISERVATA