L'autore di 'Morte di un ex tappezziere':
“Il segreto? Storie semplici e social, ma...”

L'autore di 'Morte di un ex tappezziere': “Il segreto? Storie semplici e social, ma...”

di Bianca Francavilla
In qualche libreria c'è ancora, incorniciata, la frase di Salinger secondo la quale un libro è davvero bello quando vorresti che l'autore fosse tuo amico per la pelle per poterlo chiamare al telefono tutte le volte che vuoi. Ma le cose sono cambiate: ora basta un click per domandare all'autore come gli è venuto in mente di far finire il libro così, perché in quel capitolo ha scritto quella cosa o che fine farà quel personaggio che si è salvato. Francesco Recami, autore di uno dei romanzi più letti dell'estate, ci racconta cosa significa essere scrittore nel 2016.

Cosa vuole oggi chi legge?
«Storie e personaggi semplici, in cui potersi immedesimare. L'attenzione del lettore si è ammorbidita e mai come adesso c'è una massima cura per il personaggio. Questa cosa a me non convince molto: per questo io il protagonista l'ho fatto morire».

Come è cambiato il rapporto tra lettore e autore?
«Mi capita spesso che i lettori mi aggiungano su Facebook. Ma io preferisco parlare con loro tramite email o al telefono. Mi raccontano di cose che hanno visto nel mio libro che io non ho neanche immaginato, mi implorano di non fare del male ai personaggi. Alcuni mi trattano malissimo. Mi dicono che ho scritto libri schifosi e mi chiedono di restituirgli i soldi. Chi conosce la mia scrittura sa che mi piace prenderli in giro, come faccio con i miei libri e con me».

Prima l'unica interazione era la presentazione di un libro.
«C'è stata una fase in cui la lettrice si innamorava dell'autore del romanzo rosa perché le restituiva la libertà. Poi l'autore è tornato invisibile fino ad ora, in cui ci sono tanti collegamenti e interazioni possibili. E per fortuna: la presentazione di un libro mi fa sempre sentire un venditore di pentole».

Accade che il libro diventi solo un modo per conquistare il pubblico?
«Qualche tempo fa si diceva che al libro sarebbe successa la stessa cosa della musica: sarebbe diventato gratis. Mentre prima i musicisti facevano una tournée per propagandare il disco, adesso il disco si fa gratuitamente e i denari vengono dalla tournée. Per molti scrittori questo accade davvero: i libri sono uno strumento per fare degli spettacolini con i fan su cui lucrare. Ma io non voglio esser questo».

Ma insomma, tutti questi accessi al dietro le quinte, tolgono qualcosa al libro?
«Non so se è colpa della modernità. Ma non credo che la strada giusta sia quella di cercare un rapporto diretto con l'autore perché spesso chi scrive è molto meglio quando scrive che di persona. La virtù del lettore è la sua immaginazione. E quella se la deve un po' tenere».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 19 Settembre 2016, 08:52
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