Proviamo per un attimo a metterci nei panni di Simona Sala, una carriera al Tg1 come giornalista parlamentare e non solo, premiata giustamente prima con la direzione del Giornale Radio e Radio1, poi con la poltronissima del Tg3. Dopo solo qualche mese si ritrova – a causa del testa-coda tra l’a.d. Fuortes e il responsabile dei programmi dell’approfondimento informativo, Mario Orfeo – a essere responsabile dei daytime.
Per carità, sempre un ruolo di prestigio, ma non certo come le precedenti direzioni. È come se Simona Sala avesse partecipato al gioco dell’oca e dovesse per colpa dei dadi (tirati non da lei ma da Fuortes) tornare indietro. Purtroppo per lei (e per la Rai) non si tratta di un gioco ma di un braccio di ferro tra i due più potenti sovrani di Viale Mazzini, l’a.d. Fuortes nominato da Draghi e l’ex dg Orfeo, il portabandiere del partito Rai avendo diretto tutti i tiggì e spalleggiato trasversalmente anche da schieramenti in opposizione tra loro.
Tutto lascia pensare che tra Fuortes e Orfeo ci sia una sfida personale e politica perché la decisione perentoria dell’a.d.
La Rai – nonostante i buoni propositi – non riuscirà mai a svincolarsi dai partiti, la cui lottizzazione interessa ben più di ogni altro feudo. A questo punto al presidente Draghi forse converrebbe mollare l’osso Rai ai partiti e come contropartita chiedere la fiducia totale e senza tentennamenti alla sua linea guida su Pnrr e riforme. Tanto al governo interessa soltanto il Tg1, che con la direzione di Monica Maggioni è perfettamente allineato con l’esecutivo.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 10 Giugno 2022, 09:40
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