Coronavirus, Rocco Papaleo: «Chiuso in casa a Roma ho riscoperto la poesia»

Le riflessioni di Papaleo: «Chiuso in casa a Roma ho riscoperto la poesia»

di Ilaria Ravarino
Un libro «di poesie, testi da musicare, scritti e canzoni» composto nel periodo di quarantena e pubblicato, in parte, sul suo profilo Instagram. Sarà questo il primo progetto della fase 2 di Rocco Papaleo, attore, regista e cantante lucano che stasera e il 13 maggio tornerà in seconda serata su Rai2 con le repliche di Stramaledetti amici miei, show comico di sketch e canzoni: «Il programma non fu molto visto al tempo della prima messa in onda - racconta al telefono, dalla casa romana dove ha trascorso gli ultimi due mesi - e sono felice che gli si voglia dare una seconda possibilità. Qua è là in quel programma c'erano dei germogli di sincerità, pezzi di vita vera, non edulcorati come invece accade spesso in tv». 

Cosa faremo quando riprenderà la normalità? Rispondono gli artisti da Carofiglio ad Arbore

Al lavoro sul suo prossimo film da regista, ancora in fase germinale, Papaleo stava per partire per la Basilicata prima che l'Italia chiudesse per Covid: «Sentivo di aver bisogno di uno stop, volevo fermarmi per riflettere: certo, avrei preferito scegliere di farlo, e non essere obbligato dall'emergenza. Le prime settimane di chiusura sono state difficili, non riuscivo a concentrarmi. Poi mi sono abituato e ho ricominciato a scrivere, soprattutto poesie».

 

Sul balcone di casa sua, a suonare, non ci è mai andato. L'ha fatto invece sul palco in differita del primo maggio, entrando in rotta di collisione con chi, come Antonello Venditti, avrebbe preferito non farlo: «Vorrei chiarire: ero d'accordo con l'idea di protestare per dare luce ai lavoratori dello spettacolo, che sembravano essere stati dimenticati dal governo. Ma non mi convincevano i tempi: mi pareva tardi organizzare una protesta a 24 ore dal concerto». Annullata la tournée primaverile, Papaleo attende come i suoi colleghi che «tutto finisca, e la cultura torni a giocare un ruolo determinante. L'intero settore soffre, e più di tutti soffrono i teatri. Se il cinema ha un piano B con lo streaming, il teatro non lo ha. Dobbiamo fare in modo che venga tutelato».
Beniamino della Basilicata trapiantato a Roma, «pur essendo fieramente meridionale, la mia appartenenza la sento piuttosto al genere umano. Sud, nord, queste divisioni non mi appassionano. Sento solo il peso e il dispiacere per le zone d'Italia che in questo momento sono più flagellate. Ma non mi fa nessun effetto sapere che oggi il sud è più sicuro del nord, cosi come non mi tocca quando è il nord a fare la voce grossa. È tutto sbagliato. In questo momento dobbiamo essere forti della nostra unità. E coalizzarci contro il virus».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 6 Maggio 2020, 18:51
© RIPRODUZIONE RISERVATA