A Scola da Muccino: «Gli anni belli? Il mio C'eravamo tanto amati della generazione silente»
di Michela Greco
Al cinema dal 13 febbraio, Gli anni più belli inquadra, dunque, in particolare la generazione dei nati alla fine degli anni 60. «Ragazzi cresciuti all’ombra di ciò che C’eravamo tanto amati raccontava – aggiunge Muccino – La morale politica, la Resistenza, il ‘68 e il ‘77, l’antagonismo tra ricchi cattivi e poveri solidali, tutte cose che per me e i miei coetanei non hanno più senso. Siamo stati schiacciati dalla storia degli altri, spaesati da un bagaglio di ideologie e sapienza politica che non abbiamo saputo metabolizzare». «Con Gabriele – conferma Favino – abbiamo parlato a lungo della nostra generazione silente, messa all’angolo ad aspettare di trovare una voce».
Il loro antidoto, tra amori sbagliati e fallimenti, è l’amicizia, «il collante che ha dato impulso a queste esistenze che naufragano e poi si ritrovano in cose più semplici», spiega Muccino, che con il suo dodicesimo film ha voluto omaggiare non solo Scola ma anche Zavattini, Risi, Fellini, De Sica. Che ha portato Micaela Ramazzotti nel territorio di Stefania Sandrelli – «Ma lei giocava in un altro campionato - si schermisce - e il suo personaggio aveva un pochino di orgoglio in più» – e che ha trasformato in attrice Emma Marrone, nel ruolo della moglie di Riccardo/Santamaria. «Non avevo mai fatto nulla del genere prima, mi sentivo piccola piccola in mezzo a questi titani», ha detto la cantante che però, per la colonna sonora, ha dovuto cedere il passo a Nicola Piovani e, soprattutto, a Claudio Baglioni. Sui titoli di coda, infatti, suona il suo inedito Gli anni più belli.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 31 Gennaio 2020, 08:47
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