Lina Wertmüller: «Sul set quando serviva menavo. A De Crescenzo morsi un dito»
di Gloria Satta
Perché proprio lei?
«E’ un’attrice brava, bella e spiritosa. Nei miei attori ho sempre cercato il senso dell’umorismo: una qualità che, va detto, nelle donne non sempre si sposa con la bellezza».
A proposito di donne: le è pesato farsi rispettare sul set, visto che ha cominciato quando le registe erano pochissime?
«Non ci ho mai pensato. Lavoravo e basta. Farsi obbedire non è questione di sesso. Ci vuole il carattere».
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E il suo in cosa consisteva?
«Sapevo il fatto mio. Ero capace di impormi. E, quando serviva, menavo».
Chi le è finito sotto le mani?
«Mi faccia ricordare...ah, sì: Luciano De Crescenzo. Sul set di Sabato, domenica e lunedì non la finiva di gesticolare, così gli morsi un dito».
E lui?
«Smise immediatamente di agitare le mani».
Che posto occupa nella sua carriera ”Pasqualino Settebellezze”?
«Nessun posto particolare. Sono ugualmente affezionata a tutti i miei film, per una ragione o per l’altra. Li considero i miei figli».
Le piace il cinema italiano di oggi?
«Vado poco in sala, i film li guardo in tv. Vedo cose buone e cose meno buone».
E vede per caso una sua possibile erede?
«Non l’ho mai cercata e non l’ho mai trovata».
Paolo Sorrentino è il nuovo Fellini, come dicono in tanti?
«Io non l’ho mai detto perché non lo penso».
Le critiche hanno contato per lei?
«Non me n’è mai fregato nulla. Mi dispiacque soltanto che, dopo I Basilischi, mi considerarono troppo seria».
Rivede i suoi film?
«Se passano in tv. Qualche tempo fa mi sono imbattuta in Travolti da un insolito destino e sono arrivata fino in fondo. E’ stato divertente».
E’ la verità o una leggenda metropolitana il fatto che lei non abbia mai visto il remake di "Travolti" diretto nel 2002 da Guy Ritchie, con Madonna e Adriano Giannini?
«Giuro che non l’ho visto. L’ho evitato perché solo l’idea che il mio film venisse rifatto mi sembrava una scemenza».
Qualche anno fa, al Festival ”Los Angeles, Italia”, Al Pacino si inginocchiò ai suoi piedi.
«E’ stato un gentiluomo».
Le ha fatto piacere essere nominata Cavaliere della Repubblica?
«Sì, molto. Ma speravo nel cavallo».
Cosa la fa ridere, oggi?
«Pochissime cose, putroppo».
E cosa ha il potere di indignarla?
«L’ingiustizia sociale».
Pensa che la mobilitazione mondiale contro le molestie sia servita a far rispettare di più le donne?
«Le molestie ci sono sempre state. Oggi vengono amplificate dai media e forse ultimamente si è esagerato con la caccia alle streghe. Ma spero che tutto questo serva a cambiare le cose, a garantire più rispetto».
Il suo successo più grande?
«Aver sposato Enrico Job (scomparso nel 2008, ndr) e aver lavorato con lui».
Cosa manca alla sua carriera?
«Niente, ho fatto il lavoro che amavo e mi sono molto divertita».
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 29 Aprile 2019, 15:15
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