Lady Gaga come Marilyn, a Venezia esordio da regina anche al Cinema

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di Ilaria Ravarino
Lady Gaga? Promossa. Come Judy Garland e Barbra Streisand prima di lei, la regina del pop ha debuttato oggi da attrice a Venezia con È nata una stella di Bradley Cooper (remake del classico del 1954 di Cukor e del film di Frank Pierson del 1976, in sala in Italia dall’11 ottobre) uscendone a testa alta, con una performance perfetta per il ruolo - il suo, e quello del personaggio che interpreta. 



Funziona la sua voce (la colonna sonora del film, tra il pop e il folk-rock, si candida già a classico), funziona il suo aspetto, sufficientemente “normale” per dare alla protagonista Ally, cameriera con il dono del canto non abbastanza sexy per sfondare, la credibilità necessaria. “All’inizio della mia carriera ho detto tanti no - ha detto ieri l’artista, arrivata a Venezia con look all white e capelli platinati alla Marilyn Monroe - spesso non ero la più bella nella stanza, e allora i discografici mi chiedevano di dare i miei brani ad altri artisti. Ma ho sempre avuto un carattere forte e mi sono imposta, con la mia visione e la mia fisicità”. Fisicità che ricorre nel film fin dalle prime scene, quando il protagonista interpretato da Bradley Cooper, il cantante in declino Jackson Maine, incontra Ally in un club di drag queen, dove la ragazza si esibisce nelle pause del lavoro. Conquistato dalla sua voce, e dall’indiscutibile carisma, Maine diventerà il pigmalione di Ally, aiutandola ad affermarsi in un universo musicale, quello del pop, molto lontano dalla sua formazione musicale. “Bradley mi ha permesso di realizzare il sogno di diventare attrice. E mi ha detto subito che sul viso di Ally non voleva vedere un filo di trucco”, ha spiegato Gaga, che nel film mette generosamente a nudo insicurezze e ansie sul suo stesso fisico: dalle dimensioni del naso, “troppo grande per salire su un palco”, al bisogno ossessivo di approvazione, di conferme, di sicurezze.

Melò che più classico non si può (lacrime in sala, battute già cult, anelli di fidanzamento improvvisati, matrimoni, drammi e scene madri ad alto tasso di zucchero), il film segna anche l’esordio alla regia di Cooper: “Non mi sono sentito a disagio come cantante perché Lady Gaga mi ha fatto sentire protetto. E come regista, avere una superstar che accetta di fare l’attrice nel tuo primo film è stato il massimo che potessi chiedere”. 
Ultimo aggiornamento: Sabato 1 Settembre 2018, 11:07
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