Gabriele Muccino alla Social media week dialoga su Fb Live:
"Così ho capito che volevo fare il regista"

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di Emiliana Costa
ROMA «Al liceo sognavo di diventare un veterinario, poi ho partecipato alla recita dell’ultimo anno e la mia vita è cambiata». Parola di Gabriele Muccino, da domani nelle sale con L’estate addosso. 

Si tratta del decimo film del regista romano, appena presentato fuori concorso alla 73esima Mostra del Cinema di Venezia. L’artista - intervistato ieri durante la SMW, in diretta Facebook, dal direttore di Leggo, Alvaro Moretti - ha svelato i retroscena di un lungometraggio che in qualche modo rappresenta un ritorno al passato.
 
 


Un progetto dal taglio adolescenziale, diverso dagli ultimi blockbuster americani e più vicino agli esordi di Come te nessuno mai. Presenti all’evento anche Brando Pacitto, 20 anni (Braccialetti rossi in tivù) e Matilda Lutz, 26, protagonisti del film.

«Chi fa il mio mestiere - spiega Muccino - ha l’esigenza di esporre la propria arte e sottoporsi al giudizio del pubblico. Sono sempre stato un ragazzo sui generis, detestavo il calcio, ero più amico delle femmine. Poi un giorno ho partecipato allo spettacolo teatrale della scuola e ho capito che volevo diventare un regista».

Sullo schermo i due protagonisti, quasi senza conoscersi, intraprendono il viaggio della Maturità, tra San Francisco e Cuba. «Brando e Matilda impareranno a bastarsi a vicenda - continua Muccino - per questo, nel film, i social quasi spariscono». E se gli si chiede cosa pensa di Whatsapp e Facebook, risponde così: «Creano un’eco senza ritorno. I messaggi vocali evitano il confronto e non permettono di arrivare a una sintesi».
Ultimo aggiornamento: Martedì 13 Settembre 2016, 14:26
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