Carlo Verdone, la villa set di "Compagni di scuola" 35 anni dopo: dal divanetto di vimini al pianoforte, tutto è rimasto com'era

Nell’autunno del 1988 si ultimavano le riprese del cult girato a Villa Quintili, nota nella pellicola come “Villa Scialoja”. Ad aprirne le porte uno dei proprietari, Daniele Fiorucci, per un viaggio cinematografico a ritroso nel tempo nelle ambientazioni più iconiche e dai décor ancora originali

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di Sabrina Quartieri

Manca il grande cancello all’ingresso e, per fortuna, sono state rimosse le insidiose radici dei pini che fanno rompere la coppa dell’olio all’automobile di Paolo Ruffolo, alias “Er Patata”, interpretato da Carlo Verdone nel suo film “Compagni di scuola”. Una pellicola che, 35 anni fa, veniva girata a Villa Quintili, la residenza ospitata al civico 290 di via Appia Antica a Roma, che oggi accoglie Leggo tra i luoghi dei set. A guidare l’eccezionale visita è Daniele Fiorucci, tra i proprietari della sontuosa dimora ultimata dai precedenti possidenti, i Principi del Drago, nella prima metà del Novecento e poi passata nelle mani della sua famiglia. 

«Ricordo che Verdone, prima di girare qui, fu nostro ospite in occasione di un matrimonio di due noti giornalisti. A quella festa mi accorsi che rimase molto colpito dalla location e forse fu allora che la reputò idonea», racconta Fiorucci durante il tour che ci catapulta dentro le scene del lungometraggio prodotto da Mario e Vittorio Cecchi Gori. Un cult anni ’80, a sua volta ispirato all’analogo statunitense “Il Grande Freddo” del 1983, diretto da Lawrence Kasdan.   

Daniele Fiorucci al pianoforte di "Compagni di scuola"

Cosa è cambiato

«Le riprese si svolsero tra agosto e novembre dell’88 e da allora è rimasto tutto pressoché identico. Nella sala principale dove si radunano gli invitati alla festa organizzata da Federica (Nancy Brilli), solo i divani grigi vennero sostituiti con due di colore bianco per esigenze sceniche, mentre lo specchio sopra il camino fu spostato per non riflettere le telecamere. Al suo posto, nel film, si vede un nostro quadro inglese raffigurante tre cani, che è ancora nel salotto. Come il sommier giallo tenue, scelto per il set e voluto a chiusura dell’inquadratura». Il ricordo di Daniele è vivido, lui al tempo c’era e la sua memoria più cara risiede nel grande senso di famiglia che si respirava in quei giorni: «Al punto che non si riusciva a distinguere il cast artistico da quello tecnico, per quanto fossero tutti uniti. Io legai un pochino con Angelo Bernabucci e Piero Natoli. Stavamo sempre a scherzare sul calcio e sulla Roma. Scoprii solo al cinema a Natale, quando andai a vedere il film, che erano due attori». 

Il pianoforte

Nell’ampio salone e nel medesimo angolo proprio come appare nel film, persiste il pianoforte a mezza coda nero. Compagno di suonate dei compagni di scuola, l’elemento è cruciale in scene memorabili. Come quella di Ciardulli e Finocchiaro – rispettivamente interpretati da Christian De Sica e Bernabucci –, dopo la partita di poker, quando i due si confrontano sul debito di gioco in sospeso e protagonista è il coperchio del piano, che rimane danneggiato a furia di ripetere la scena. «Lo abbiamo riparato, ma continua a rompersi ogni anno, come se Bernabucci con la sua ironia venisse sempre a farci un saluto», commenta con tenerezza Fiorucci. All’ingresso è fermo nel tempo il tavolo di marmo, utilizzato come cattedra da Gioia Savastano (Carmela Vincenti) nei panni della professoressa del liceo, mentre imita l’esilarante momento dell’appello.

Di fronte, ecco la scala dove sono seduti gli ex alunni ormai adulti. Gradini inconfondibili, ammantati da una guida rossa che ci conduce al piano superiore, alcova della giovane padrona: una divina Federica, iconica nella scena d’apertura del film in cui con il mascara trucca le sue lunghe ciglia, in un intrigante gioco di inquadrature. 

Il divanetto

La stanza con i suoi rivestimenti in tessuto color grigio perla, sebbene privata del boudoir della protagonista, appare immutata. Come la cucina, tra mobilio di legno e maioliche bianche e blu, dove Ruffolo si concede una tazza di camomilla dopo l’ennesima estenuante chiamata a casa. Immancabile e anch’esso intatto, è proprio l’angolo delle telefonate, che nella seconda parte del film dà ristoro a un narcotizzato Postiglione (Luigi Petrucci) che crolla, dopo aver mandato giù a sua insaputa un calice di vino con del sonnifero, sul divanetto di midollino. «Un pezzo d’arredo che è stato trattato come un cimelio da chi poi lo ha restaurato, onorato di poterlo maneggiare, da vero appassionato della pellicola», ricorda il proprietario. Grande assente, invece, è il telefono bianco, che è stato spostato: «Ma lo conserviamo gelosamente, magari per un prossimo film», auspica Fiorucci, che nella casa ha ospitato diverse cene con Carlo Verdone, ogni volta con qualcuno presente a proporgli un sequel di “Compagni di scuola”. 

"Il divanetto di Postiglione", centrale nel film di Carlo Verdone

«Non credo però che sia questa la strada giusta, si rischierebbe solo di rovinare un film unico nel suo genere. Diverso invece sarebbe pensare a una sceneggiatura evocativa, con una sua identità. Negli anni – continua Daniele – ho raccolto molto materiale che mi ha portato proprio a scrivere un soggetto-omaggio, nel rispetto di quella che è stata l’opera di Carlo. Una cine-storia che vuole essere anche una dedica alle generazioni dei “nuovi compagni di scuola”, cresciute dopo il successo del film». E chissà che la location non sia di buon auspicio. Del resto, sono diverse le produzioni che si sono succedute al suo interno. Una su tutte, quella di Woody Allen, che nella villa ha girato alcune scene di “To Rome with love”; o, ancora più indietro nel tempo, la serie francese “Le Chinois” con Mariangela Melato e Charles Aznavour; ma anche il recente cortometraggio “Maledetta Primavera” di Daniele Frontoni, presentato nell’ultima edizione di “Alice nella Città” alla Festa del Cinema di Roma. Fino alle pubblicità con attori del calibro di Ugo Tognazzi e Nino Manfredi oppure le fortunate fiction come “Don Matteo” con Terence Hill e “Il Maresciallo Rocca” con l’indimenticabile Gigi Proietti.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 29 Gennaio 2024, 11:13
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