Anna Foglietta: «È l’anno zero del cinema, farò in modo che Venezia torni ad essere una festa»

Anna Foglietta: «È l’anno zero del cinema, farò in modo che Venezia torni ad essere una festa». Poi sul set: «Sarò la mamma di Alfredino Rampi»

di Alessandra De Tommasi
Voce squillante, passo deciso, sorriso dolce: Anna Foglietta arriva così al Lido di Venezia per iniziare l’avventura come madrina dell’edizione 77 (o, come la chiama lei, “anno zero”), al debutto oggi e in scena fino al 12 settembre. Subito dopo - racconta la 40enne attrice romana di origini partenopee, vincitrice di due Nastri d’argento e con quattro nomination all’attivo per i David di Donatello – l’attende il set di Una storia italiana, nel ruolo di Franca, madre di Alfredino Rampi.

Per il momento, però, si concentra sui doveri di una Mostra del cinema declinata al femminile, dal presidente di giuria Cate Blanchett ai due premi alla carriera a Tilda Swinton e Ann Hui.
 
 

Dopo il lockdown questo è il primo grande festival di presenza, ma a ranghi ridotti. Le dispiace che sia stata scelta in un’annata sfortunata?
Ho accettato proprio per questo. Fare la madrina non è mai stato un mio obiettivo, anche se resta un riconoscimento che fa piacere. Di attività a cui mi dedico ce ne sono tante, non solo nel campo recitativo: scrivo, produco e lavoro come autrice.

Cosa vuol dire per lei fare la madrina di Venezia?
È un ruolo istituzionale ma devi avere qualcosa da dire e penso di essere stata scelta proprio per quello che posso portare in un’edizione limitata e ridotta che non può essere paragonata a nessun’altra e spero non si ripeta, così da fare in modo che la Mostra torni ad essere una festa.

Il ricordo più bello di Venezia?
Il tripudio in sala per Un giorno all’improvviso, una scommessa indie che ha visto la luce a tre anni dalla prima chiamata per la parte. Era nella sezione Orizzonti e il pubblico l’ha accolto con grande accoglienza. Che orgoglio! Vuol dire che ho avuto un grande istinto…

Come ha reagito?
Sono una che piange e non ha problemi neppure se si scioglie il trucco, quando scende una lacrima in queste occasioni, ma quel giorno ero totalmente bloccata, anzi pietrificata come una statua di sale. Non sono riuscita a dire una parola.

Teme che succeda anche in quest’edizione?
Stavolta mi vivo tutto con serenità, come il laboratorio sociale che questa Mostra rappresenta. Sono sicura che tutti saremo rispettosi e coscienziosi. 

Che idea si è fatta dell’evoluzione di questa pandemia?
Non gioco a fare la negazionista, so che il festival si può fare con queste premesse di sicurezza ed è una spinta a ripartire. Serve coraggio per fare da apripista e il direttore Alberto Barbera ne ha dimostrato moltissimo.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 2 Settembre 2020, 11:11
© RIPRODUZIONE RISERVATA