Ritardi nei pagamenti del personale e niente
supplenze, il fondo di istituto dilapidato

Ritardi nei pagamenti del personale e niente ​supplenze, il fondo di istituto dilapidato

di Lorena Loiacono
ROMA - Per molti studenti un'occasione di festa ma per la scuola un fallimento. E' il momento in cui la cattedra resta vuota perch il prof assente e il supplente, inspiegabilmente, non c'. Meglio nota come “ora di buco”, cos ribattezzata dai ragazzi perch di fatto trascorrono 60 minuti senza far niente.





E questo accade sempre più spesso. Come mai? A causa dei tagli. Per le supplenze brevi, infatti, è la singola scuola che paga di tasca propria il supplente. Va da sé che, senza fondi, i presidi non possono permettersi alcun docente in sostituzione.



Tutta colpa del fondo di istituto, quello riservato alle attività aggiuntive delle scuole in cui ricade, appunto, anche il pagamento dei supplenti. Un fondo ridotto al lumicino da continui tagli. I finanziamenti stanziati per il potenziamento dell'offerta formativa, infatti, sono stati utilizzati anche per coprire il pagamento degli scatti di anzianità. Un pozzo da cui attingere per troppe criticità e che, ormai, sembra essere arrivato al fondo. Ne sono la prova i continui ritardi per i pagamenti dei prof e del personale ata precari, chiamati per le supplenze quando la scuola non può farne a meno. Saltano anche più di una mensilità, con picchi di sei-sette mesi di attesa per la busta paga, in attesa che dal Miur arrivino le coperture.



Un problema che si ripete nel tempo e che sta dilagando da Nord a Sud, invadendo anche i social: la pagina facebook “Supplenti della scuola per la qualità e dignità del lavoro” nasce per questo motivo ed ha all'attivo ben 2917 iscritti.



Un esercito di precari in cerca di risposte e di misure per cautelarsi. Ma se da un lato c'è il prof supplente che non percepisce lo stipendio o che, il più delle volte, non viene proprio chiamato, dall'altro c'è un'intera classe che perde ore di lezione. In barba alla continuità didattica promessa alle famiglie. E non si tratta di casi isolati, anzi. Il fenomeno sembra essersi ormai strutturato: nelle cosiddette ore di buco la classe viene smembrata tra le aule vicine, come accade maggiormente alle elementari, o assistita da un prof libero al momento, più frequente invece nelle scuole medie e superiori. Se non addirittura lasciata vuota, senza nessuno che vigili sulla sicurezza dei ragazzi.



A raccontarlo sono proprio gli studenti, in un sondaggio effettuato da Skuola.net su 1400 ragazzi dalle medie alle superiori: da settembre a oggi, un ragazzo su 3 è rimasto senza supplente per settimane. Il 13,7% per mesi. Il 35% dice di restare in classe senza supplente nelle ore di buco, un altro 35% resta con il prof di un'altra classe e il 20% riceve l'assistenza di un bidello o di un prof di sostegno.

Altro guaio legato alle supplenze è il cosiddetti walzer di inizio anno: quel periodo tra settembre e ottobre in cui la nomina del docente di ruolo o dell'avente diritto arriva dopo il passaggio di altri supplenti temporanei. Per via dei disguidi e dei ritardi registrati nei provveditorati: ben 4 ragazzi su 10 non hanno iniziato l'anno regolarmente, con tutti i prof in cattedra al loro posto. A rimetterci, inevitabilmente, è sempre la didattica.
Ultimo aggiornamento: Martedì 25 Marzo 2014, 12:06
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