Scuola, il lieto fine della maestra Milva:
"Dopo 12 anni da pendolare sono di ruolo"

Scuola, il lieto fine della maestra Milva: ​"Dopo 12 anni da pendolare sono di ruolo"

di Lorena Loiacono
ROMA - Ancora stenta a crederci. Eppure la Scuola italiana, finalmente, ha deciso di riconoscere “il ruolo” alla maestra Milva Grella. Martedì ha ricevuto la proposta di assunzione nella fase C.





Cosa significa?

«La fine di un incubo. Un supplente ogni anno non sa se, dove e quando lavorerà. Ogni anno lascia la classe e vuol dire salutare quei bambini, con cui ha vissuto 9 mesi per 8 ore al giorno tutti i giorni. Li vedi piangere perché non vogliono lasciarti: in tanti ti chiamano mamma...».



Finalmente un po' di stabilità?

«Oggi posso dire qual è il mio lavoro: sono un'insegnante. Fino a ieri non è stato così: ero solo un numero in graduatoria».



Da quanto insegna come supplente?

«Dodici anni: nel 2003 ho chiesto l'inserimento nella graduatoria di Roma, lasciando quella di appartenenza (nel Casertano) dove, per tre anni, non ho mai fatto un solo giorno di supplenza. È stata una vita di sacrifici».



In che senso?

«Tutte le mattine, da 12 anni, mi alzo alle 3.30: il treno per Roma parte alle 4.50. Dal 2007 ho la supplenza annuale, ma per anni ho fatto la spola tutti i giorni senza sapere se poi avrei lavorato: tutte le mattine arrivavo alla stazione Termini e aspettavo che il telefono squillasse per raggiungere la scuola di turno, ogni giorno diversa. Spesso attendevo la mattina in stazione per poi lavorare il pomeriggio, a volte non mi chiamava nessuno».



Ha cambiato molte scuole?

«No. Quando ho potuto, ho scelto di restare all'istituto di largo Castel Seprio, nella periferia di Roma. Dalla stazione Termini prendo la metro, un treno e poi un bus. Un viaggio infinito. Ma la mia è una scelta fatta con il cuore: per i bambini e per i colleghi che ho incontrato in questa scuola meravigliosa, dove spero di restare almeno per l'anno di prova».



Perché non si trasferisce a vivere nella Capitale?

«Perché ho un marito e due figlie: oggi i sacrifici li faccio solo io, trasferendomi li farebbero anche loro».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 12 Novembre 2015, 08:09
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