Omicidio Vanessa Ballan, Bujar Fandaj e la telefonata choc al 112: «Quello che non dovevo fare l'ho fatto»

Lunedì 15 Gennaio 2024, 08:33 - Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 15:30

Gli accertamenti


Da qui la richiesta di chiarimento da parte della Procura generale sulla mancata richiesta di divieto di avvicinamento da parte del pm titolare del fascicolo. Una misura che il procuratore Marco Martani avrebbe chiesto, anche se secondo lui non sarebbe comunque bastato a fermare il killer. <

Bujar Fandaj, l'imbianchino kosovaro di 41 anni accusato di omicidio volontario pluriaggravato per avere ucciso nella sua casa Vanessa Ballan, la sera del 19 dicembre scorso ha chiamato il 112 e pronunciato frasi che lo inchioderebbero.
Secondo gli inquirenti, una in particolare prova la sua colpevolezza. "Quello che non dovevo fare l'ho fatto", ha detto l'uomo al carabiniere che cercava di convincerlo a consegnarsi.

La “confessione”

La registrazione della telefonata per gli investigatori è una confessione a tutti gli effetti. Su di lui la procura di Treviso ha raccolto già numerosi indizi di colpevolezza: il movente passionale, l'arma del delitto (un coltello), il martello usato per sfondare la porta di casa della ragazza, il video in cui lo si vede entrare in giardino, una denuncia per stalking da parte della Ballan.

La difesa rinuncia al Riesame

Le legali di Fandaj hanno rinunciato a impugnare davanti al Tribunale del Riesame di Venezia l'ordinanza di custodia cautelare sulla base della quale l'artigiano era finito in carcere a Treviso.
"Essendo sorta la necessità di tutelare maggiormente la riservatezza della fase processuale in corso - hanno spiegato Chiara Mazzocato e Daria Bissoli - abbiamo ritenuto opportuno rinunciare all'istanza davanti al Tribunale della Libertà che era stata presentata".

Fandaj, che durante l'interrogatorio di garanzia si era avvalso della facoltà di non rispondere, sarà nuovamente sentito dal pubblico ministero Michele Permunian il 30 gennaio prossimo.

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