I messaggi con gli amici
Oltre ai video social, nelle carte della Procura anche alcuni messaggi scambiati con gli amici la notte della violenza: «Cumpà l'ammazzammu! ti giuro a me matri, l'ammazzammu, ti giuro a me frati, sviniu... Sviniu chiossai di na vota... (Compare, l'abbiamo ammazzata! Ti giuro su mia madre l'abbiamo ammazzata, ti giuro su mio fratello è svenuta. È svenuta più di una volta, ndr)».
Parrinello raccontava divertito quello che era successo: «Cumpà, ficimu un macello, n'addivertemmu, troppi cianchi (Compare, abbiamo fatto un macello, ci siamo divertiti, troppe risate, ndr)», spiega al suo interlocutore, al quale, con un linguaggio crudo e volgare, racconta cosa hanno fatto in sette. «Ficimo un macello. Siamo stati un quarto d'ora compà e in un quarto d'ora lei si è sentita male ed è svenuta più di una volta», aggiunge. «Però così è brutto», replica il suo amico e lui, che - ammette - quella ragazza «neppure la conoscevo», risponde: «ahah troppo forte, invece».