La sparatoria
Il gip Stefania Donadeo, che ha disposto il suo arresto su richiesta del pm Daniela Bartolucci, ricostruisce come Shiva l'11 luglio, davanti alla sua casa discografica a Settimo milanese, ha sparato "più volte" all'indirizzo dei rivali del gruppo Seven Zoo di Rondo "puntando i corpi e colpendoli mentre erano in fuga", "saldo sui piedi e braccia tese" e incurante del fatto che ci fossero accanto i suoi amici che potevano essere colpiti.
Il carcere, stabilisce il giudice, sulla scorta delle indagini degli agenti della Squadra mobile diretti da Marco Calì, è l'unico rimedio per il rapper. Questo anche perché nella faida tra il suo gruppo "Santana gang" e la "Seven zoo" di Rondo vige "l'omertà" tanto che i due "picchiatori" feriti, arrivati su una Jaguar insieme a un incaricato di filmare la spedizione punitiva e un autista, non hanno sporto denuncia nonostante i proiettili ricevuti alle gambe. Uno di loro non ha voluto dire nulla mentre l'altro ha fornito una versione vaga e mendace. E' stato lui a telefonare al 118 dicendo "mi hanno sparato a una gamba, mi sa che il proiettile è uscito,! Non ce l'ho dentro". Ed è stato il 118 poi ad allertare le forze dell'ordine.
Shiva «socialmente pericoloso»
L'arma che Shiva ha estratto da uno zainetto e teneva con sé perché 'fiutava' un agguato, non è ancora stata trovata. Il rapper - quattro album all'attivo, uno dei quali con la hit "Bossoli" , in cui inneggia all'uso delle armi mentre il video contiene un feroce pestaggio simulato - secondo il giudice è socialmente pericoloso e lo dimostra il fatto che lo scorso 30 agosto in occasione di un concerto a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) ha avuto uno scontro con dei residenti.
In una telefonata intercettata un "Santana Gang" ha chiamato una sorta di "addetto alla sicurezza" di Shiva nel posto in cui si trovava il gruppo e ha raccomandato loro: "Non passare qua sotto, ci siamo scannati con la gente che c'era uno che voleva farci brutto".