Sciopero delle donne per l'8 marzo, la "marea fucsia" inonda le strade: «Se ci fermiamo noi, si ferma il mondo»

Venerdì 8 Marzo 2024, 11:41 - Ultimo aggiornamento: 14:08

A Milano imbrattati i negozi «complici del genocidio»

Tantissimi i ragazzi e le ragazze che manifestano contro la violenza patriarcale al corteo di studenti e studentesse organizzato a Milano da Non una di meno. «Nel cambiamento siamo tutti coinvolti - dice una delle ragazze dal palco -. Vogliamo una scuola libera dalla cultura dello stupro e dalla cultura del silenzio. Vogliamo essere libere di uscire la sera senza preoccuparci di essere seguite sotto casa». «La colpa - incalza - non è nostra, è sempre la loro, dei maschi violenti e della società patriarcale».

Prima dell’avvio del corteo, che da largo Cairoli termina in Porta Venezia, alcuni studenti hanno srotolato un manifesto rosa con la scritta ‘Stop patriarcato stop genocidio’. Non mancano bandiere della Palestina e tantissimi slogan e cartelloni esposti sui quali campeggiano le scritte ‘Non voglio la mimosa ma il tuo rispetto’, ‘Maschio alfa non è malato ma è figlio sano del patriarcato’, ‘ci vogliamo vive. Sugli altri spicca un cartellone esposto da una giovane con la scritta rossa e l’impronta di una mano con la poesia dell'architetta peruviana Cristina Torres-Cáceres: “Se domani tocca a me voglio essere l’ultima”. Parole diventate virali dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin.

Alcuni studenti del collettivo studentesco Ccs Riot Maker, gruppo che fa capo al centro sociale Cantiere, si sono staccati dal corteo e con indosso delle tute bianche hanno imbrattato con della vernice rosa il maxi cartellone pubblicitario di Emporio Armani affisso sul muro di via Broletto. «Non siete Armani siete armati», hanno urlato dal megafono puntando il dito contro «le grandi marche che finanziano Israele». Quindi hanno aggiunto: «Siamo per una Palestina libera e finché non lo sarà nessuno di noi sarà libero». Sotto al cartellone di Emporio Armani gli studenti hanno esposto la scritta ‘Boycott Tour - Stop Genocide Free Palestine’ firmato Ccs Riot Maker.

Successivamente hanno preso di mira anche lo Starbucks Reserve Roastery di via Cordusio accendendo un fumogeno rosa davanti alla sede: «Boycott Starbucks, finanzia Israele - hanno urlato - hanno le mani sporche di sangue». La stessa azione è stata compiuta nei confronti del negozio di Zara all’angolo con via Torino. Gli studenti hanno imbrattato con della vernice rossa una delle vetrine e attaccato sulla stessa dei cartelli bianchi con le scritte: «Zara 100% greenwashing», «Zara, complici del genocidio».

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