Russia, giallo Prigozhin: nessuno sa dov'è, nell'hotel 44 milioni in contanti. Il dissidente: «Una messinscena, lui e Putin erano d'accordo»

Domenica 25 Giugno 2023, 17:08 - Ultimo aggiornamento: 26 Giugno, 07:32

Il dissidente Ponomarev: erano d'accordo

È stata tutta una «messinscena». Ilya Ponomarev, uomo d'affari ex deputato della Duma russa che dal 2016 vive in esilio in Ucraina e che è uno dei fondatori della Legione per la libertà della Russia, ha le idee chiare sull'ammutinamento, poi rientrato, del Gruppo Wagner, le cui forze sono arrivate alle porte di Mosca senza incontrare resistenza. «Penso che Prigozhin (Yevegny, il capo della Wagner, ndr) e Putin avessero ovviamente un accordo fin dall'inizio su cosa sarebbe successo e di cui nessun altro era a conoscenza», spiega Ponomarev in un'intervista all'Adnkronos, sottolineando che il capo della Wagner «è un uomo molto fidato di Putin. Si conoscono da molto tempo e le circostanze in cui si sono conosciuti hanno creato un rapporto di grande fiducia tra di loro».

L'ex deputato, l'unico ad aver votato contro l'annessione della Crimea, evidenzia i motivi che, a suo parere, hanno spinto Putin e Prigozhin ad agire in questo modo. Da una parte l'obiettivo del presidente russo era «spaventare sia l'élite russa che quella internazionale. Aveva bisogno di inviare un messaggio che non è lui la peggiore alternativa» e che c'è «un orco, Prigozhin, che nessuno nella comunità internazionale vorrebbe vedere con un pulsante nucleare in mano».

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