«L'ho colpita, rantolava. Poi ho sbloccato il suo telefono con la sua mano senza vita»: il racconto dell'orrore dell'assassino di Alexandra

Venerdì 23 Febbraio 2024, 18:50 - Ultimo aggiornamento: 19:21

Dalle prime uscite ai maltrattamenti

Da quando si sono conosciuti, nell'agosto 2020, alle prime uscite insieme, le prime liti, la denuncia di lei, «poi ritirata ma andata avanti d'ufficio» per maltrattamenti, gli arresti domiciliari e poi, a dicembre 2020, l'obbligo di dimora, poi diventato divieto di avvicinamento a Mocanu, che però sceglie di trasferirsi con lui. «Ha voluto accompagnarmi a Bolzano in macchina, e non se n'è più andata». Ad aprile 2022 lei inizia a lavorare, e con l'indipendenza economica «diventa un'altra persona».

A settembre, Mecja scopre che lei ha una relazione con un'altra persona e inizia a pedinarla. Nasconde un cellulare nella macchina di lei, per ascoltare le sue conversazioni al telefono, e un giorno di ottobre si nasconde nel bagagliaio per seguire i suoi movimenti. Fino ad arrivare al delitto e alla fuga-lampo in Albania, da dove torna poche ore dopo per costituirsi.

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