Irpef, ok del Cdm alla riforma: si passa da 4 a 3 aliquote. In arrivo più risparmi per i redditi medio-bassi

Giovedì 28 Dicembre 2023, 19:39 - Ultimo aggiornamento: 29 Dicembre, 09:56

Gli effetti sulle famiglie

Mediante il modello di microsimulazione dell’UPB è stato quantificato l’impatto della riforma Irpef su un campione rappresentativo di famiglie, consentendo di stimarne l’onere complessivo e gli effetti distributivi. Le valutazioni confermano sostanzialmente quanto riportato nella Relazione tecnica: un costo complessivo degli interventi pari a circa 4,3 miliardi, che comporta un beneficio medio di circa 170 euro distribuito su una platea di circa 25 milioni di contribuenti. Sulla base delle stime UPB alla riduzione delle aliquote è ascrivibile una perdita di gettito di circa 4,2 miliardi distribuita su circa 22,8 milioni di contribuenti, con un risparmio medio di imposta di circa 190 euro annui. L’incremento della detrazione per lavoro dipendente vale circa 218 milioni e riguarda circa 3,2 milioni di contribuenti.

La riduzione delle addizionali locali, dovuta all’incremento del minimo imponibile connesso con il potenziamento della detrazione, si attesta sui 46 milioni. L’analisi della distribuzione delle risorse per classi di reddito imponibile evidenzia come oltre la metà del complesso dei benefici (55 per cento) sia destinato ai contribuenti con reddito superiore a 28.000 euro (il 25 per cento del totale). I contribuenti nella classe tra 28.000 e 50.000 euro beneficiano della riduzione di imposta massima e, non essendo interessati dalla riduzione delle detrazioni per oneri, risultano sostanzialmente tutti avvantaggiati. La penalizzazione delle detrazioni per oneri riduce la percentuale di contribuenti avvantaggiati nella classe di reddito superiore, senza tuttavia escluderli dai benefici. Infatti, oltre i 50.000 euro sono ancora avvantaggiati dopo il taglio delle detrazioni non sanitarie circa tre quarti dei contribuenti e chi guadagna vede ridurre mediamente l’imposta di circa 219 euro. In termini di incidenza del risparmio di imposta sul reddito, la classe più avvantaggiata continua a essere quella tra 28.000 e 50.000 euro con una riduzione di circa 0,7 punti percentuali, mentre la classe più elevata beneficia di una riduzione di aliquota pari a 0,19 punti, inferiore sia a quella della classe tra 15.000 e 28.000 euro (0,59 per cento), sia a quella tra 8.000 e 15.000 euro (0,24 per cento). In particolare, in quest’ultima classe di reddito, i benefici risultano sensibilmente più contenuti (il beneficio medio per contribuente avvantaggiato è pari a circa 78 euro33) e meno frequenti (i contribuenti avvantaggiati sono il 36 per cento), poiché dipendono sostanzialmente solo dall’incremento della detrazione minima, destinata ai soli lavoratori dipendenti. L’incremento della detrazione aumenta infine il numero dei soggetti con reddito imponibile positivo che non pagano l’imposta, che passa da circa 8,9 milioni a 9,1.

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