Giovanni Padovani, ergastolo per il femminicidio di Alessandra Matteuzzi. I giudici: «Fu vendetta, non gelosia. La pazzia una messa in scena»

Venerdì 8 Marzo 2024, 14:52 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 11:51

La vendetta

Dalle testimonianze raccolte «emerge la prova dell'ideazione da parte dell'imputato di un proposito vendicativo» nei confronti dell'ex compagna Alessandra Matteuzzi, 56 anni, «manifestato fin da giugno e nel luglio 2022 con estrema lucidità, come si può cogliere dal richiamo consapevole alle conseguenze di tale gesto ovvero alla possibilità di andare in carcere». Si trattò, per i giudici presieduti da Domenico Pasquariello di «un vero e proprio agguato preparato nelle sue linee essenziali di azione». «Deve ritenersi acquisita la prova che la condotta omicidiaria non sia stata determinata da un mero moto d'impeto - aggiunge quindi la Corte - ma sia maturata e si sia progressivamente radicata negli intenti dell'omicida, sia stata persino preannunciata nelle confidenze fatte a terzi e alla madre nelle annotazioni sul cellulare, e poi attuata secondo un piano predeterminato, comprensivo della scelta dell'arma da usare e del luogo in cui colpire».

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