Alessandra Matteuzzi uccisa a martellate dall'ex, Giovanni Padovani chiede la Rems. 'No' dei giudici: in grado di indere e volere

I giudici, presidente Domenico Pasquariello, hanno valutato che il trasferimento in una Rems presuppone l'accertamento di un'infermità psichica, su cui è ancora in corso una perizia

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di Redazione web

Giovanni Padovani, imputato a Bologna per l'omicidio dell'ex fidanzata Alessandra Matteuzzi, ha chiesto di essere trasferito dal carcere al reparto Rems (residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza). La Corte di assise di Bologna ha però negato la possibilità all'uomo, che avrebbe ucciso la 56enne a martellate e colpi di panchina, il 23 agosto 2022, sotto casa, in via dell'Arcoveggio, a Bologna.

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Istanza rigettata

La Corte d'assise ha rigettato l'istanza della difesa, l'avvocato Gabriele Bordoni. Anche la Procura aveva dato parere contrario. I giudici, presidente Domenico Pasquariello, hanno valutato che il trasferimento in una Rems presuppone l'accertamento di un'infermità psichica, su cui è ancora in corso una perizia e che al momento non ci sono elementi per modificare la modalità di restrizione, neppure da una relazione, di metà ottobre, dei sanitari del carcere. 

Padovani era dunque consapevole che il suo comportamento rappresenta una violazione alla morale naturale, delle conseguenze della sua azione e dei suoi effetti giuridici.

E anche rispetto alla capacità di volere, secondo i periti era in grado di trattenere l'impulso aggressivo, come dimostra il fatto che non aggredì Alessandra subito, a mani nude, ma andò a prendere il martello nascosto in precedenza.

Era inoltre in grado di fare altrimenti, come dimostra il fatto che si calmò, una volta trattenuto dalle prime persone intervenute a soccorrere la vittima, chiedendo di potersi avvicinare per controllare lo stato di salute per poi inveire ancora sul corpo. Il pieno controllo è dimostrato, infine, dalla frase detta agli stessi primi testimoni soccorritori: «Non ce l'ho con voi, non vi faccio niente, mi puoi anche picchiare che non reagisco».

Padovani è stato sottoposto anche ad un esame del Dna, per capire se ci fossero fattori genetici che potevano portare ad un rischio aumentato di non controllo degli impulsi: sono emersi alcuni fattori che accrescerebbero la predisposizione a sviluppare depressione, ansia e aggressività. Ma secondo i periti questo rischio non può essere considerato un elemento sufficiente a scemare la capacità di autodeterminazione.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 6 Novembre 2023, 21:23
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