«Non siamo sfaticati»: la Gen Z contro gli stereotipi sul lavoro. Ecco cosa vogliono e cosa cercano i ragazzi

Lunedì 19 Febbraio 2024, 16:59

La necessità di un cambiamento

A fronte di questo profilo che caratterizza una generazione “emotiva”, profondamente diversa da quelle che l’hanno preceduta, secondo gli analisti di Zelo anche gli Hr devono rivedere i loro modelli operativi. Occorre infatti, suggeriscono, considerare che gli ultimi vent’anni sono gli unici in cui hanno vissuto i ragazzi della GenZ, ma sono anche quelli in cui si è alleggerito sensibilmente il livello di formalità in ogni ambito della vita.

Per esempio dar del “lei” è diventato demodé, le persone più ispirazionali del pianeta girano in maglietta e dolcevita unicolor, le chat hanno preso il posto delle panchine e i grandi must “di eleganza” sono diventati pezzi iconici per le feste in maschera.

La “recruting journey” va quindi ripensata: dal linguaggio, ai cerimoniali, all’accoglienza, ai job title, all’iter di selezione e a tutto quello che si fa per “sembrare seri” oggi non convince più, né affascina. E Zelo assicura di potere supportare le aziende in questa trasformazione.

«La GenZ ci continua a sorprendere: vogliono realizzarsi, veder riconosciuto il proprio talento e sentirsi importanti tra i grandi, ma soffrono le regole e hanno un’allergia generazionale alle procedure e alle gerarchie. È questo ciò che spesso li fa etichettare come sfaticati, ma c’è bisogno che gli adulti cambino il proprio punto di vista: non si tratta di non voler lavorare, ma di avere una più spiccata sensibilità che rende i ragazzi bisognosi di essere riconosciuti per la loro unicità anche sul lavoro», afferma Cecilia Nostro, Founder di Zelo.

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