Il blackout
Pause lunghe, silenzi, lacrime, lo sguardo spento, ma anche risposte articolate, quelle che non aveva dato al gip tre giorni fa, e alcune incongruenze nel racconto verificate con domande puntuali, di fronte a diversi «non ricordo». E quel «mi è scattato qualcosa in testa» per spiegare l'orrore. Dal carcere, Filippo Turetta racconta la sua versione, a volte zoppicante, dichiarandosi "affranto" e "dispiaciuto per la tragedia". Si dice pronto ad affrontare le "responsabilità" che lo attendono, ma è ancora impegnato nella "ricostruzione" delle emozioni e di ciò che è accaduto quella sera quando ha ucciso la sua ex fidanzata, che recentemente si sentiva "perseguitata".