Brandizzo, il tecnico Antonio Massa ammette in lacrime: «Non mi avevano dato l'ok». L'ex collega: «Si lavorava senza autorizzazioni»

Giovedì 7 Settembre 2023, 10:24 - Ultimo aggiornamento: 15:32

Antonio Massa «morto dentro»

L'ammissione di Antonio Massa è avvenuta tra lacrime e singhiozzi, quanti hanno avuto modo di incontrarlo dopo la tragedia lo hanno definito «un altro uomo», e anche la madre di uno dei ragazzi investiti dal treno ha osservato che «sarà morto dentro». Proprio per aiutare il tecnico, che quella sera faceva l'uomo di scorta alla squadra del cantiere, la sua azienda lo ha messo in contatto con uno psicologo. Il 46enne, al quale sono state sospese abilitazioni e qualifiche professionali, intanto ha chiuso i suoi profili social per schivare gli insulti che i leoni da tastiera si erano prodigati a riversare.

Massa è uno dei due indagati. Ad assumerne la difesa come avvocato di fiducia è Mattia Moscardini, di Roma, che è già stato impegnato in numerose vicende di disastro colposo e di incidenti aggravati da violazioni delle norme antinfortunistiche (ha anche fatto parte dello staff difensivo nel processo per la strage di Viareggio). Il secondo indagato é Andrea Girardin Gibin, capocantiere della Sigifer, la ditta del Vercellese per la quale lavoravano le cinque vittime.

L'«autogiustizia» del video

Un terribile atto d'accusa lanciato da chi non può più parlare. Un gesto di «autogiustizia» compiuto da chi non può più chiedere nulla. Questo è diventato il video di Kevin, il più giovane dei cinque operai morti la sera del 30 agosto nell'incidente ferroviario di Brandizzo. Così, con la parola 'autogiustizia', Antonino Laganà, fratello e collega della vittima, ritrova un nuovo senso a quei sei minuti e 48 secondi di filmato che erano stati prodotti con un telefonino semplicemente per intrattenere gli amici sui social. È lui stesso ad affermarlo mentre lascia la procura di Ivrea, dove mercoledì è stato ascoltato come testimone.

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