Il fumo «aggrava il Covid» (e il rischio di morte aumenta di 10 volte): lo studio che stronca le sigarette

Analizzato il database britannico che raccoglie le informazioni genetiche e sanitarie di quasi mezzo milione di cittadini

Il fumo «aggrava gli effetti del Covid»: lo studio di Oxford che “stronca” le sigarette

di Lorena Loiacono

Il fumo aggrava gli effetti del Covid. All'inizio della pandemia era stato assolto ma un nuovo studio rivela che l'abitudine alla sigaretta, correlata ad età e patologie pre-esistenti, influenza l'esito dell'infezione da Covid, aggravandone gli effetti. Lo rivela uno studio, pubblicato sulla rivista Thorax, su una ricerca coordinata dall’Università di Oxford che ha preso in esame i dati della UK Biobank, il database britannico che raccoglie le informazioni genetiche e sanitarie di quasi mezzo milione di cittadini.

Fumo e Covid, la nuova ricerca

Tra i fattori principali associati alla mortalità del Covid, infatti, inizialmente il fumo non era compreso ma spiccavano l'età avanzata, il sesso maschile e la comorbidità cardiometaboliche come l'ipertensione e il diabete: diversi studi registravano una minore prevalenza di fumatori attivi tra i pazienti Covid rispetto alla popolazione generale e un'ampia ricerca condotta nel Regno Unito rilevava che il fumo era associato a minori rischi di mortalità. Ma un nuovo studio britannico evidenzia come, al contrario, il fumo va associato a maggiori rischi di morte correlata al Covid, in base ad altri fattori come età e sesso.

LO STUDIO Con i dati della UK Biobank sono state studiate le associazioni tra fumo e Covid-19 valutando le associazioni dei comportamenti del fumo con l'infezione da SARS-CoV-2, l'ospedalizzazione e la morte che ne derivano, su 421 469 partecipanti. I dati derivano da un campione di partecipanti con età media di 68,6 anni, la maggioranza erano donne (55,1%) e di etnia bianca (93,5%). Durante il periodo di studio, 13 446 (3,2%) individui sono stati sottoposti a un test SARS-CoV-2 e 1649 (0,4%) hanno avuto un'infezione confermata. Circa 968 (0,2%) hanno avuto un ricovero in ospedale correlato a Covid-19 e, tra questi, 154 sono stati ricoverati in terapia intensiva e 444 (0,1%) hanno avuto un decesso correlato al virus. Dei 444 decessi, 188 (42,3%) non hanno registrato ricoveri ospedalieri correlati al Covid-19 e di 968 individui ricoverati, 256 (26,4%) sono morti di Covid-19.

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DIVISIONI PER ETA', SESSO E PESO CORPOREO Tramite i questionari per la valutazione di base della UK Biobank sono stati raccolti dati per definire l'età dei partecipanti all'origine dello studio (40-49, 50-59, 60-69, 70-79 e 80+ anni), sesso, etnia (otto categorie), indice di massa corporea sottopeso (<18,5), peso sano (18,5-24,9), sovrappeso (25-29.9), obeso (30-34,9) e gravemente obeso (>35)).

I codici di malattia non oncologici auto-riportati registrati durante l'intervista per il reclutamento nella Biobanca del Regno Unito sono stati utilizzati per derivare le comorbidità correlate al fumo e al non fumo. 

Dei 13.446 individui sottoposti a un test SARS-CoV-2, 7071 (52,6%) erano non fumatori, 5684 (42,3%) erano ex fumatori, 136 (1,0%) fumavano 1-9 sigarette al giorno, 240 (1,8%) fumavano 10–19 sigarette/giorno e 191 (0,9%) fumavano più di 10 sigarette/giorno. Rispetto ai non fumatori, gli ex fumatori avevano un rischio maggiore di infezione confermata con relazione all'età e al sesso. Durante il periodo di studio, 13 446 (3,2%) individui sono stati sottoposti a un test SARS-CoV-2 e 1649 (0,4%) hanno avuto un'infezione confermata. Circa 968 (0,2%) hanno avuto un ricovero in ospedale correlato a COVID-19 e, tra questi, 154 sono stati.

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ANALISI MENDELIANA Oltre all'osservazione dei dati, i ricercatori hanno elaborato anche un tipo di analisi cosiddetta da "randomizzazione mendeliana" (MR), per valutare il peso dei fattori di rischio (vale a dire la predisposizione genetica al fumo e al fumo pesante), sulla gravità degli effetti del Covid. I risultati dello studio su base MR di fatto, confermano quelli dell'osservazione dei dati. Ne è emerso infatti che le persone con predisposizione genetica al fumo presentano il 45% di probabilità in più di contrarre il Covid e il 60% in più di arrivare ad un ricovero in ospedale. I geni legati al fumo pesante presentano un aumento di 2,5 volte della probabilità di infezione, di 5 volte del ricovero in ospedale e di 10 volte di decesso.

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RISULTATI SINTETICI Tra i 421 469 partecipanti erano 1649 le infezioni confermate, 968 i ricoveri correlati a Covid-19 e 444 i decessi correlati a Covid-19. Rispetto ai non fumatori, i fumatori attuali avevano maggiori rischi di ospedalizzazione e mortalità. Un numero maggiore di sigarette fumate al giorno, geneticamente previsto, era associato a rischi più elevati di tutti gli esiti: infezione, ricovero in ospedale e morte.

 

Ultimo aggiornamento: Giovedì 30 Settembre 2021, 11:31
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