Tosse che toglie il fiato, una raffica di starnuti, mal d’orecchio e il naso che, di punto in bianco, inizia a colare: sarà Covid? Probabilmente no, è l’influenza o meglio sono tutti quei virus parainfluenzali che stanno colpendo migliaia di italiani. Il cambio repentino delle temperature non è di aiuto: in questi ultimi giorni, infatti, si è registrata un’impennata di casi da raffreddamento e gli studi medici sono stati presi d’assalto.
Silvestro Scotti, segretario nazionale generale Fimmg, Federazione italiana medici di medicina generale, che cosa sta succedendo?
«Siamo in un quadro di confusione generale, è difficile distinguere i virus influenzali dal Covid, direi quasi impossibile: ci si sottopone al tampone per individuare almeno la presenza del Covid ma sempre più spesso gli italiani preferiscono i tamponi quelli fai da te, anche perché costano di meno. E così il dubbio resta. Tanto però sono moltissimi i casi dei virus parainfluenzali, più che in passato, e non vanno sottovalutati».
Perché sono di più?
«Dall’arrivo del Covid sono diminuiti i casi di influenza, grazie al distanziamento e alle mascherine, quindi molti pazienti non si ammalano da anni e di fatto sono scoperti, indifesi: soprattutto le fasce di età che non fanno il vaccino influenzale. Si tratta dei bambini e dei giovani o adulti in generale. Non si ammalano da almeno due anni, è probabile che prendano ora i virus».
L’influenza come si riconosce?
«L’unica valutazione che possiamo fare è la continuità di contatto, per valutare l’evolversi della malattia dobbiamo tenere sotto controllo i famigliari: se il virus si diffonde probabilmente è influenza».
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I virus parainfluenzali invece come si presentano?
«In questi giorni stanno dando diverse forme respiratorie nelle prime vie aeree e anche all’orecchio. Registriamo molti casi di raffreddore, mal di gola, otiti e altre forme riferibili alla parte gastroenterica con diarrea e vomito dovuti alla presenza dei muchi».
C’è da preoccuparsi?
«Non vanno mai sottovalutati: in questa fase i virus minori stanno creando anche forme di polmoniti.
Si rischia la polmonite?
Abbiamo il virus respiratorio sinceziale, pericoloso nei bambini, nelle persone anziane o fragili. Bisogna prestare attenzione alle evoluzioni dalle alte vie aeree alle basse vie aeree».
Quanti pazienti sono già alle prese con raffreddori e febbre?
Stiamo osservando un’impennata di casi rispetto al passato: la curva è partita subito alta mentre prima del Covid si alzava gradualmente nelle settimane fino a raggiungere il picco tra gennaio e febbraio».
Quest’anno, invece, quando arriverà il picco?
«Potrebbe anticipare di qualche settimana. Vedremo quindi come e quando arriverà, dipende molto dai ragazzi: se l’exploit ci sarà prima della pausa natalizia, i virus si diffonderanno in famiglia durante le feste di Natale, se invece si diffonderà durante le feste avremo il picco dopo il rientro a gennaio».
Ora in che situazione siamo?
«Considerando i casi di influenza, di cui fanno parte inevitabilmente anche molti casi di virus parainfluenzali, siamo partiti con una curva più alta rispetto agli anni scorsi: direi quadruplicata».
Addirittura?
«Sì. Anche più che quadruplicata. Osserviamo la 43esima settimana: di solito si registrava meno di 1 caso per 1000 abitanti, ora siamo a 4,8 casi su 1mila abitanti. Ancora peggiore la situazione dei bambini sotto i 5 anni: ora sono a 19,6 casi per mille abitanti mentre gli over65 anni sono a 2,8 perché».
A cosa è dovuta questa differenza?
«Gli anziani si sono vaccinati negli anni passati e hanno quindi una base di copertura verso l’influenza».
Cosa consiglia di fare per proteggersi?
«Possiamo usare la mascherina: se ci sentiamo raffreddati possiamo indossarla in famiglia e in ufficio, in classe o comunque nei luoghi chiusi. Per proteggere gli altri, quindi anche noi stessi».
Ultimo aggiornamento: Martedì 8 Novembre 2022, 13:41
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