La crescita di casi di vaiolo delle scimmie continua a destare preoccupazione tra i membri della comunità scientifica. Solo due giorni fa l'Oms (Organizzazione mondiale della Sanità) ha pubblicamente dichiarato «emergenza sanitaria globale». Notizia comunicata direttamente dal direttore generale, Tedros Adhanom Ghebreyesus, 48 ore dopo la seconda riunione del Comitato di emergenza per i regolamenti sanitari internazionali dell'Oms sul virus, conosciuto anche come monkeypox. Da inizio maggio, quando è stata rilevata al di fuori dei Paesi africani dove è endemica, la malattia ha colpito quasi17mila persone in 74 Paesi, secondo il Centro americano per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc).
L'invito dei virologi a intervenire subito
«L'infezione da vaiolo delle scimmie è all'inizio di un percorso di diffusione inatteso e preoccupante. È urgente intervenire, perché non andrà via da solo e i casi continuano a crescere», afferma la virologa Ilaria Capua, direttrice dell'One Health Center of Excellence dell'Università della Florida, in un tweet a commento del suo intervento di ieri a Rai Radio 1. La scienziata ha poi aggiunto: «I 16mila casi di Monkeypox virus segnalati nel mondo sono tanti», sottolinea Capua «questo virus bisogna tenerlo sotto controllo e serve una strategia condivisa. Non si può affrontare un'emergenza del genere pensando di gestirsela ognuno a modo suo».
L'infezione da #Monkeypox è all'inizio di un percorso di diffusione inatteso e preoccupante. È urgente intervenire perchè non andrà via da solo e i casi continuano a crescere. #SaluteCircolare#Roditori#MSM https://t.co/LY8MBWQ0DM
— Ilaria Capua (@ilariacapua) July 24, 2022
Nell'epidemia in corso la malattia «si sta diffondendo in alcune comunità di uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini», evidenzia Capua, precisando che «questa esplosione di contagi attraverso la trasmissione sessuale è qualcosa che non era stata messa bene a fuoco: nel 2008 ci sono stati dei casi negli Stati Uniti, ma meno di 10». Capua ricorda: «Il virus ha come serbatoio i roditori, non le scimmie (è stato trovato per caso in scimmie di laboratorio). Il virus circola nelle popolazioni di roditori, in particolare dell'Africa subsahariana», ma «potremmo avere a breve serbatoi di vaiolo della scimmia anche fra i roditori europei».
Le parole di Bassetti
Al monito di Ilaria Capua fa eco il virologo Bassetti, il quale già nei giorni scorsi si era espresso sulla situazione. «Con 1.700 casi in un solo giorno nel mondo, l'epidemia di vaiolo delle scimmie ha toccato nelle scorse ore il record di diagnosi. I dati epidemiologici dicono che i casi riguardano prioritariamente una popolazione abbastanza ristretta: maschi, tra i 20 e i 40 anni, che si sono contagiati preferenzialmente per via sessuale o per contatto diretto. È urgente raccomandare la vaccinazione e altri provvedimenti preventivi a queste persone», ha ribadito su Facebook il direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.
L'esperto torna sul tema anche via Twitter, commentando un post di Scott Gottlieb, l'ex capo della Food and Drug Administration, l'ente governativo americano che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici: «Se abbiamo permesso al vaiolo delle scimmie di diventare un virus endemico negli Stati Uniti, scenario sempre più possibile, sarà uno dei più sfortunati fallimenti di salute pubblica degli ultimi tempi», riflette Gottlieb. «Condivido in pieno», scrive Basetti «In Usa, come in Italia, l'igiene pubblica ha fallito sul Monkeypox perché era troppo intenta a far sì che il Covid-19 non diventasse quello che nella realtà è diventato».
Condivido in pieno. In USA come in Italia l’igiene pubblica ha fallito sul #monkeypox perché era troppo intenta a far si che il #COVID19 non diventasse quello che nella realtà è diventato… https://t.co/STfk5gwA8i
— Matteo Bassetti (@ProfMBassetti) July 25, 2022
Ultimo aggiornamento: Lunedì 25 Luglio 2022, 10:25
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