È morto Barboncino, il boss del clan degli Emergenti di Ostia. All'anagrafe Marco Esposito, Barboncino era l'uomo su cui aveva scommesso Diabolik e per il quale Piscitelli si era speso - nel famoso summit di Grottaferrata del 13 dicembre 2017 - con Salvatore Casamonica, emissario degli Spada per garantire la pax criminale di Ostia. Il cadavere di Esposito è stato trovato in una comunità di recupero di Palestrina, alle porte della Capitale, dove Barboncino era in cura. Il primo a dare l'allarme è stato il figlio arrivato nella struttura per prelevare il papà e accompagnarlo a casa: il boss rientrava solo per il fine settimana.
Alla vista dell'uomo privo di vita, il giovane ha dato in escandescenze. Cause in apparenza naturali, probabilmente un infarto, ma per fugare ogni dubbio il magistrato di turno ha comunque disposto l'autopsia. L'ipotesi più accreditata è che possa trattarsi di un malore, ma il corpo del boss sarà sottoposto a tutti gli accertamenti del caso, compresi gli esami tossicologici.
IL CURRICULUM
Legato con vincoli di parentela al clan dei Sanguedolce - i cosiddetti napoletani di Acilia - stringe accordi forti e saldi con la Camorra. Prima amico e poi nemico dei boss della vecchia guardia: Fasciani e Spada. Era considerato uno dei pregiudicati più temuti di Ostia per la sua dimestichezza con le armi. Messo alla porta da don Carmine, perché troppo imprevedibile e ingovernabile, Esposito entra da giovanissimo nella batteria dei Triassi e, in seguito, in quella degli Spada con cui però va in aperto conflitto nel 2013, sparando a una gamba, in una notte di luglio, Ottavio Spada e mancando per un soffio lo zio di Romoletto, uscito indenne dal conflitto a fuoco. Ora è massima attenzione per le esequie su cui la Questura di Roma sta valutando alcune restrizioni.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 10 Ottobre 2022, 16:35
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