I cari, fidati medici di famiglia stavolta non sono compatti. Anzi: due su 3 non hanno risposto presente alla chiamata alle armi della Regione, che da metà gennaio cerca di reclutare dottori e ambulatori per far decollare la campagna di vaccinazione anti-Covid, appena arriveranno fiale a sufficienza. Finora hanno detto sì 1.400 camici bianchi su 4.216, nel Lazio. Meno di un terzo del totale. Pochi. Ed è una bella grana, dato che le forniture del siero AstraZeneca hanno cominciato ad arrivare nei frigo delle Asl romane. Domanda: chi le somministrerà? L’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, ha le idee chiare: «Del vaccino Astrazeneca si occuperanno i medici di medicina generale».
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La strategia messa a punto dall’Unità di crisi Covid in sintesi è questa: i centri delle Asl lavoreranno per immunizzare le fasce d’età più deboli, dagli over 80 in giù, con i preparati di Pfizer e Moderna, più difficili da conservare; il terzo farmaco sin qui autorizzato, raccomandato dall’Aifa a chi ha meno di 55 anni (ma l’asticella con buona probabilità sarà portata a 65), sarà invece spedito negli studi medici. Ma che deve fare chi non è il fortunato paziente di uno dei 1.400 dottori disponibili? Il tema, secondo D’Amato, non si pone: «Devono aderire tutti». E in concreto come si fa a convincerli? Se l’adesione non cresce, somministrare diventerà obbligatorio? «Certo», risponde il responsabile della Sanità. Il concetto di fondo è uno: quando la campagna diventerà di massa, non basteranno gli hub delle Asl. Sarà «fondamentale» il contributo dei medici di famiglia. Oltre un migliaio ha fatto sapere di voler essere della partita. Ma non basta. Una certa riluttanza tra i dottori, spiega Pier Luigi Bartoletti, il segretario romano della Fimmg (federazione medici di medicina generale) è stata causata delle incertezze sulle forniture: scadenze, dosi, categorie a cui dare precedenza. Il quadro è ancora confuso. «Ma più i dubbi saranno fugati, più la quota di adesioni crescerà», è convinto il numero uno della federazione. Altrimenti la Pisana potrebbe giocare la carta dell’obbligo. Centinaia di medici finora hanno rifiutato parlando di «inadeguatezza» degli studi per forniture complesse come Pfizer e Moderna. Con AstraZeneca il problema non c’è: il flaconcino multidose va conservato in un frigorifero normale, tra i 2 e gli 8 gradi.
La Fimmg conta di ricevere le dosi per l’inizio della prossima settimana, forse già da lunedì.
LE DATE
Per gli over 80, la Regione punta a ultimare le vaccinazioni entro fine aprile. Da fine febbraio si potranno prenotare i 75-79enni (245.279 persone), che inizieranno a essere vaccinati a maggio. Poi si passerà a chi ha tra i 70 e i 74 anni (306.728), con le somministrazioni in partenza a giugno/luglio. Lo step successivo: chi ha tra i 16 e i 69 anni con un alto rischio clinico in caso di contagio della Sars-Cov-2. Per i 14 mila medici libero professionisti ancora da vaccinare, aprirà oggi l’hub di Fiumicino, con le fiale AstraZeneca per gli under 55 ma già ci sono problemi. Ieri 700 medici libero professionisti già vaccinati con prima e seconda dose sono stati richiamati dalle Asl - in particolare la Roma 1 e Roma 2 - per sottoporsi nuovamente alla vaccinazione con AstraZeneca. «Siamo molto preoccupati - spiega Paolo Mezzana, medico - perché evidentemente i colleghi già vaccinati non vengono spuntati dalle liste delle Asl» .
Ultimo aggiornamento: Giovedì 11 Febbraio 2021, 07:33
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