Un’auto entra nel parcheggio assolato, fa il giro dello spiazzo e, per pochi secondi, si sofferma vicino a un lampione. Giusto il tempo di scaraventare fuori dalla portiera un enorme sacco nero della spazzatura. Una scena che, secondo i racconti dei residenti, si ripete ogni giorno. Il piazzale della fermata ferroviaria Ipogeo degli Ottavi, lungo la Trionfale, è diventato una discarica a cielo aperto. Lungo i lati materassi, rifiuti di vario genere, vestiti e perfino un motorino sono ammucchiati gli uni sugli altri trasmettendo quel senso d’abbandono e d’incuria di cui anche l’erbaccia alta e mai tagliata è l’emblema. Come se non bastasse un furgone dimenticato lì da chissà quanto, una panchina distrutta all’entrata principale, cartelli stradali divelti, scritte indelebili con lo spray raccontano di una stazione lasciata a se stessa, preda di vandali e persone che, negli anni, ne hanno abusato trasformandola in un’area di degrado. Sono atti di vandalismo cui sono ormai tutti abituati.
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«Perché qui – racconta Ennio con gli occhi di chi è ormai disilluso – né il Municipio né tantomeno il Comune si sono fatti mai vedere». Eppure, per chi abita a ridosso del Gra, è uno snodo fondamentale: è la fermata del treno regionale che collega Viterbo al centro storico di Roma, l’unico a tagliare i quartieri nord della città dove non arriva la metropolitana. Ogni giorno sono centinaia i pendolari che animano sottopassi e banchine. Lungo la strada, una delle principali arterie della Capitale, si avvistano i camion dell’Ama. «Arrivano, svuotano i cassonetti e ripartono; d’altronde, per portare via tutta questa spazzatura gettata a terra ce ne vorrebbero almeno tre», spiega Paolo, una vita intera trascorsa nel quartiere di Ottavia.
L’ABBANDONO
La stazione, costruita nel 2000 in occasione del Giubileo, vive oggi di contraddizioni come sottolinea Barbara. «Dalla parte della via Trionfale, di spettanza delle Ferrovie, l’area è pulita e il verde curato.
Anche all’interno va in scena lo stesso degrado. Suona beffardo, non certo minaccioso, il cartello “area video-sorvegliata” affisso su una porta di fronte alle scale mobili. Perché anche qui sono ben visibili i danni e le scritte che nel tempo sono stati fatti alla struttura. «L’unica alternativa che abbiamo – avverte Stefania – è farci noi stessi promotori di un’iniziativa che riqualifichi l’intera area perché, più passano i giorni, più cresce in noi il senso di abbandono». Una raccolta fondi per installare telecamere, ripulire il parcheggio dai rifiuti, cancellare le scritte e ridare nuova vita a una stazione che non è soltanto una fermata del treno o dell’autobus. Per i residenti rappresenterebbe l’unico spiazzo sicuro dove passeggiare o portare a spasso il cane.
Ultimo aggiornamento: Martedì 17 Novembre 2020, 00:51
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