Covid Lazio, il bollettino: 195 casi, solo a Roma 135. D'Amato: «Al Sant'Eugenio nuovo drive-in per bimbi da 0 a 6 anni»
CHIUSURE CIRCOSCRITTE
L’ipotesi è procedere con “mini lockdown”. Piccole zone rosse come strade e palazzi dove isolare le famiglie o i pazienti che risulteranno contagiate: «Il piano - sottolinea il responsabile Uscar - è quello di isolare i nuclei familiari e i possibili contatti.
In questo momento ci sono diversi cluster che stiamo seguendo, in molti casi si tratta di parenti che si sono contagiati tra loro. Stiamo cercando di contenerli. Per questo stiamo valutando delle “mini” chiusure a zona». Un aumento del numero dei malati, è previsto, ancora, nella prima settimana di ottobre: «L’attenzione ora è nelle scuole - prosegue Bartoletti – sono riprese il 14 settembre. Per capire cosa sta accadendo dobbiamo però attendere almeno 20 giorni. Intanto dobbiamo prepararci con i test e non dimenticare tutte le norme del distanziamento sociale. I ragazzi potrebbero contagiarsi tra loro, con gli insegnanti e poi una volta in casa, infettare i genitori. L’attenzione – dice – deve restare alta». C’è poi un ulteriore questione: le prime influenze stagionali sono già arrivate con il rischio che possano confondersi con il Covid. «Abbiamo già registrato i primi casi di “rotavirus”, la febbre, ma ora più che mai - aggiunge Bartoletti - dobbiamo essere in grado di distinguere una normale influenza dal coronavirus anche per non sovraccaricare i laboratori. Non appena si registra la temperatura sopra la medi, viene ordinato il test o il tampone. Anche in questo caso, la sola possibilità per non essere travolti da una nuova ondata, è essere rapidi nelle diagnosi e organizzati». Sono comunque partite le prime vaccinazioni contro le infezioni stagionali: «L’obiettivo è di essere preparati e organizzare un piano di intervento che tenga conto non solo delle cure, ma anche della prevenzione».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 24 Settembre 2020, 01:04
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