Coronavirus, in Prefettura passa la linea soft. «Per ora l'Esercito non serve»
di Alessia Marani
I COMPORTAMENTI
Ma i romani - questa una delle conclusioni - pare che abbiano capito che non è il momento di uscire di casa, i check-point finora effettuati sembra stiano facendo da deterrente a inutili spostamenti; soprattutto il crollo vertiginoso degli interventi per reati abituali (meno 70%) permette alle pattuglie delle forze dell'ordine in strada di dedicarsi comunque ai controlli per il coronavirus. «L'organizzazione messa in moto fino finora non ha bisogno di ulteriori accelerazioni», il riepilogo della Pantalone. Ciò non vuol dire, però, che l'ipotesi dell'impiego dell'Esercito, invocato e/o utilizzato in altri Comuni d'Italia, sia accantonata una volta per tutte. Perché anche se i dati sui contagi resi noti ieri dalla Regione attraverso le Asl appaiono confortanti (un trend di aumento dell'11 per cento, il più basso negli ultimi giorni) non ci si può permettere di mollare la presa e, quindi, se i romani dovessero dare segnali di allentamento della quarantena decretata dal governo e ricominciassero le fughe verso fuori città, le corse e le passeggiate a ogni costo, allora non è escluso che i militari vengano reclutati da Palazzo Valentini. Si è parlato anche delle strutture dove potere isolare positivi asintomatici: sono stati individuati già due hotel.
OBIETTIVI SENSIBILI
Nelle ultime 48 ore sono stati 53mila i controlli effettuati, tremila gli uomini schierati, stando ai dati del Viminale. Mentre aumentano i controlli e i pattugliamenti anche a obiettivi sensibili, ossia nel mirino della delinquenza ordinaria che si sta riorganizzando per compiere colpi eclatanti a caveau, casse continue di supermercati, magazzini farmaceutici e bancomat per attingere a liquidità. Sono aumentate le spaccate notturne a serrande di tabaccai e farmacie e le rapine ai market più isolati.
Ultimo aggiornamento: Martedì 24 Marzo 2020, 08:20
© RIPRODUZIONE RISERVATA