Roma, boom di cinghiali in città: arriva il pool di cacciatori
di Lorenzo De Cicco
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IL PROTOCOLLO
Proprio per mettere riparo a questi pericoli, Raggi è pronta a stringere un patto anti-cinghiali col governatore del Lazio, il dem Nicola Zingaretti. Si passerà da un protocollo d'intesa firmato da Regione, Comune e Città metropolitana, che schiererà le guardie venatorie dell'ex Provincia. Potranno occuparsi del «controllo» delle bestie anche nelle aree urbane di Roma, se necessario.
Le pattuglie potranno insomma abbattere i cinghiali nel caso in cui se ne contino troppi in una determinata zona o se qualche esemplare si dimostrerà particolarmente bizzoso. Gli uffici della Regione forniranno ai cacciatori provinciali le munizioni, per così dire. Due tipi di anestetici: uno, più blando, che serve solo a stordire gli animali, a renderli insomma inoffensivi, ma senza ucciderli. L'altro è più forte e avrà il compito di addormentare le bestie, prima di procedere con l'abbattimento.
Lo schema di protocollo è già stato votato dalla giunta regionale - la delibera è la numero 9 del 15 gennaio - manca solo la firma di Zingaretti. A quel punto la pratica verrà spedita in Campidoglio, per la ratifica finale.
«CAMBIO DI APPROCCIO»
Già a settembre la Pisana aveva approvato un emendamento al bilancio che introduceva il cosiddetto «selecontrollo», vale a dire «la selezione, il controllo, la cattura e l'abbattimento dei capi di fauna selvatica in sovrannumero», sia in città che nelle aziende agricole. Una proposta di Eugenio Patanè, membro (Pd) della Commissione Agricoltura. «Con l'emendamento - spiegava - abbiamo cambiato l'approccio, perché la caccia al cinghiale non è più considerata solo in senso venatorio, ma come una modalità di prevenzione del danno».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 30 Gennaio 2019, 08:17
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