Bus stranieri spariti, la Regione Lazio: «Controlli ai caselli autostradali»

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di Francesco Pacifico
Già entro la fine della settimana potrebbero essere collocati i primi termoscanner ai caselli autostradali verso la Capitale. E con essi, squadre di sanitari per effettuare sierologici e tamponi rapidi a chi arriva dai Paesi a rischio, dove il Covid continua a circolare. Anche perché altre forme di controllo, compresi quelli delle forze dell’ordine, sembrano non portare ai risultati sperati. «Se non si trova un’altra soluzione - fa sapere l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato - siamo pronti con le Usca-r ad andare con medici e infermieri direttamente alla barriera autostradale di Roma Nord per eseguire i test. Di più, ritengo che sia un problema di carattere nazionale, di difesa delle frontiere». 

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La Regione, in collaborazione con la Prefettura e l’Istituto Spallanzani, è pronta con un’apposita ordinanza a una nuova stretta sui controlli anti Covid per limitare la circolazione dei cosiddetti casi di importazione (se ne sono già registrati 371). Soprattutto per evitare che girino liberamente per il Lazio, e per Roma, cittadini provenienti da Romania, Bulgaria e Ucraina, Paesi dove l’indice Rt di contagio è fuori controllo. Anche perché sta dando pochi risultati il sistema di verifiche organizzato nelle principali stazioni degli autobus capitoline (Tibus a Tiburtina e ad Anagnina), dove chi proviene da quelle nazioni può sottoporsi volontariamente e gratis ai test. «Noi - aggiunge D’Amato - abbiamo disposto con un’ordinanza la possibilità di fare i controlli a Tiburtina e ad Anagnina. Ma invece stiamo notando che i viaggi sui bus che erano programmati soprattutto dalla Romania, vengono disdetti all’ultimo momento oppure finiscono la loro corsa a Roma in parcheggi che, a dir bene, definirei estemporanei».

Nel mirino della Regione ci sono in primo luogo i cosiddetti viaggi fantasma dalla Romania: cittadini di quel Paese che rientrano in Italia per motivi di lavoro, ma per evitare di andare in quarantena (molti sono stagionali e non vogliono perdere la paga) o di fare i test, raggiungono la Capitale con autobus e con minivan non autorizzati, che li fanno sbarcare in zone - come Tor di Valle o Tor Vergata - dove non ci sono controlli. Senza contare che molti romeni, per quanto cittadini europei, lavorano in nero e non avrebbero un posto dove trascorrere il periodo d’isolamento. Ma la Pisana, dietro le quinte, avrebbe da ridire anche sul comportamento della polizia municipale capitolina, che a suo dire non farebbe tutte le verifiche necessarie. «La nostra - spiega l’assessore D’Amato - è un’iniziativa nata per aumentare i livelli di sicurezza, anche perché molti di questi cittadini lavorano con anziani e altri soggetti deboli. Per questo abbiamo chiesto sia alla Prefettura sia ai vigili un ausilio per controllare i parcheggi abusivi e ricondurre i bus nelle aree di stazionamento autorizzate dove ci sono i nostri medici pronti a fare tamponi e test sierologici».

A quanto si sa, la Prefettura avrebbe accolto l’invito della Regione e fatto pressioni sulla polizia locale per aumentare il numero dei controlli. In quest’ottica, la Pisana aspetta una svolta già nei prossimi giorni, altrimenti si partirà con le verifiche delle Usca-r alle barriere autostradali. Nota al riguardo Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani: «Il problema del coronavirus investe tutta la società, tutti i suoi segmenti e poteri. Bisogna evitare di stigmatizzare atteggiamenti di comunità intere senza approfondire le motivazioni. Noi siamo disponibili verso la Regione con le Usca- r. E siamo pronti a coordinarle come sempre».
 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 3 Agosto 2020, 00:10
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