Roma, bus dalla Romania spariti a Tiburtina: «Evitano i controlli anti-Covid»

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di Lorenzo De Cicco
Alla stazione dei pullman sulla Tiburtina, i medici dell’Uscar (l’Unità speciale di continuità assistenziale della Regione) ieri aspettavano centinaia di passeggeri provenienti dalla Romania. Invece fino alle nove di sera era arrivato un solo autobus da Bucarest. Da cui è sceso un solo passeggero. Gli altri quattro torpedoni previsti dalla Transilvania, nonostante figurassero regolarmente nel programma di giornata dell’autostazione, non si sono visti: corse soppresse. Le cancellazioni in batteria insospettiscono gli esperti del Sistema sanitario regionale, che da giovedì si è attivato per sottoporre ai test sierologici chi approda nella Capitale con i pullman dall’Est Europa, dopo i primi casi di contagio tra badanti e colf rientrate in Italia.

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Il timore è che le compagnie dei pullman, magari su pressione dei viaggiatori, si siano già organizzate, cambiando rotta per schivare i controlli. «Il sospetto viene, è possibile che si fermino prima, a Orte - ragiona Enrico Di Rosa, il direttore del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica (SISP) della Asl Roma 1 - Una cosa è certa: alcuni bus sono stati cancellati. L’altro ieri, una corsa è stata annullata formalmente solo mezz’ora prima dell’arrivo. In un altro caso, dal pullman sono scesi solo due passeggeri, poi il bus ha proseguito. Possibile che qualcuno scenda prima o dopo, per evitare i test, raggiungendo Roma poco dopo con altri mezzi? Come si dice, a pensar male si fa peccato ma molto spesso ci si azzecca. E dispiace perché invece dall’ambasciata e dalla comunità della Romania abbiamo ricevuto una grande collaborazione negli ultimi giorni».


«IN ISOLAMENTO»
Nelle prossime ore i medici chiederanno ai gestori dell’autostazione i registri delle corse dell’anno passato, per capire quanto siano aumentate le soppressioni rispetto ai livelli ordinari. «Certo, 4 cancellazioni su 5, come è avvenuto nelle ultime 24 ore, sembrano un po’ troppe», confida Pierluigi Bartoletti, il responsabile dell’Uscar, dopo un’intera giornata passata nel parcheggio dello scalo dei bus. «L’impressione è che molti temano la quarantena più che il test sierologico - riprende - All’arrivo col pullman a Tiburtina, i passeggeri dalla Romania vengono registrati e lasciamo loro un foglio con la prescrizione di 14 giorni di isolamento. Per tanti, significa rinunciare a due settimane di stipendio. Ecco perché magari adesso, dopo aver saputo dei controlli anche per chi arriva col pullman, programmano di scendere in un altro posto. Così evitano di essere registrati e poi si mettono in viaggio verso la Capitale».

TAMPONI RAPIDI IN ARRIVO
L’attenzione è alta perché il bollettino sanitario del Lazio continua a riportare contagi legati ai rientri dall’Est. Solo ieri un caso dalla Polonia, un altro dalla Moldavia. La Regione ha allestito un drive in Covid nell’ex ospedale Forlanini, ci può andare chiunque arrivi in città da Romania, Moldavia e Bulgaria «con mezzi propri», in auto. Ma la vera sfida è riuscire a controllare davvero gli spostamenti di gruppo. Tornare a intercettare chi viaggia in pullman. «Per farlo - conclude il capo dell’Unità speciale di assistenza, Bartoletti - contiamo di portare nelle autostazioni i tamponi rapidi, che forniscono i risultati in 15-20 minuti. Il test sierologico non permette di evitare la quarantena, il tampone invece sì. Sarebbe un incentivo per evitare una fuga dai circuiti ufficiali».

 

Ultimo aggiornamento: Sabato 1 Agosto 2020, 21:08
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