Riaprire il caso della morte di un maresciallo dei carabinieri, Eugenio Fasano, deceduto a Roma nel gennaio del 2019 dopo essersi sentito male al termine di una partita di calcetto. La richiesta arriva direttamente dalla famiglia del maresciallo anche alla luce del fatto che Fasano aveva alcune costole fratturate e polmone e sterno perforati. La morte era stata prima archiviata poi dopo la richiesta dei familiari è stata aperta un'inchiesta alla Procura militare e una a piazzale Clodio. Da accertare dunque, stando alla richiesta della cognata della vittima, Teresa Afiero, se la morte per infarto sia compatibile con fratture e lesioni.
Il maresciallo, secondo la ricostruzione della famiglia e riportata da Repubblica, dopo il malore è stato soccorso da una dottoressa dell'Arma e portato al pronto soccorso dopo un'ora e 46 minuti. Afiero sostiene di avere chiesto più volte dove «si era giocata la partita, chi era l'arbitro, se il centro fosse dotato di servizio medico e di defibrillatore, ma ogni tentativo è stato vano». Dopo due giorni il maresciallo è morto.
Muore il giovane portiere del Campitello aveva solo 24 anni, il malore a casa
Il maresciallo dei carabinieri Eugenio Fasano morì a 39 anni il 24 gennaio 2019 al Policlinico Umberto I ufficialmente a causa di un malore sopraggiunto dopo una partita di calcetto tra colleghi.
Le due inchieste sono conseguenti alla denuncia presentata dai familiari del maresciallo, per la morte avvenuta il 24 gennaio del 2019 al Policlinico Umberto I, dopo una partita di calcetto con amici e colleghi al Circolo antico tiro a volo di via Vajna, nel quartiere Parioli, disputata due giorni prima: il 22 gennaio. Fasano era in servizio alla caserma Salaria di via Clitunno, nel quartiere Trieste-Salario, era sposato e padre di due bambine.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 20 Febbraio 2023, 03:18
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