Sgombero Camping river, pistole finte, macchine di lusso e refurtiva. Nelle roulotte scassate gli uffici dei capi clan
Alla fine, in tre ore, escono tutti. La resa e il trasloco. E per portare via valigie, poltrone, passeggini, fornelli, tra i container si assiste a una sfilata di auto di gran marca: Bmw, Mercedes, Audi. Manca solo la Porsche che si è vista l'altro giorno, per chi si era portato avanti con gli scatoloni. Alle undici il River è liberato.
DA BOSNIA E ROMANIA
Finisce così la storia di quello che era diventato il più grande campo abusivo di Roma. I primi rom, della Bosnia e della Romania, erano arrivati nel 2005, col placet del Campidoglio. Tutti gli altri traslocano quattro anni dopo, nel 2009, quando viene smantellato il Casilino 900, fino a quel momento il villaggio nomadi più popoloso d'Europa. Le due comunità, quella di chi veniva da Bucarest e dintorni e quella degli ex jugoslavi, riescono a trovare un equilibrio per convivere senza gli sgarri che altri accampamenti hanno conosciuto, con tanto di coltellate e sparatorie tra le roulotte. Un equilibrio, quello del River, che secondo gli investigatori si è innestato anche sul giro di affari sporchi dei vari clan famigliari. Furti, fenomeni di spaccio, traffico e incendio di rifiuti. Come sa bene chi abita da queste parti e che ieri, a ragione, festeggiava per lo sgombero annunciato mille volte e ora finalmente portato a dama. Una festa a bassa voce, però, col timore che nei prossimi giorni possano esserci ritorsioni.
UN ROM SU DIECI
Al River vivevano in 420, praticamente un rom su dieci di quelli alloggiati nelle grandi baraccopoli della Capitale. Negli ultimi giorni, quando lo sfratto è diventato imminente dopo una batteria di annunci, ritardi e rinvii, metà degli occupanti aveva già levato le tende. Erano rimasti in 220 ieri mattina, quando è scattato il blitz. Il Campidoglio del resto era stato chiaro: toccava partire da qui. Nel piano originario del M5S, in realtà, i primi due insediamenti da smobilitare erano quelli della Monachina (115 residenti) e della Barbuta (586 abitanti). Ma un pasticcio della burocrazia - una vecchia proroga non più rinnovabile - ha cambiato i piani di Raggi. La prima deadline per la chiusura era fissata per luglio del 2017, poi settembre, poi la settimana scorsa. E si arriva all'ultimatum di pochi giorni fa, con l'ordinanza di sgombero firmata dalla sindaca, poi congelata dalla Corte di Strasburgo. Ma con i casotti sfasciati, senza servizi, il River per l'amministrazione era diventato ormai una bomba sanitaria, si rischiava un'epidemia. Tutti fuori, quindi. Sgasando in supercar.
L. De Cic.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 27 Luglio 2018, 09:50
© RIPRODUZIONE RISERVATA