Bici gialle gettate nel Tevere,
a processo vandali del bike sharing

Bici gialle gettate nel Tevere, a processo vandali del bike sharing

di Adelaide Pierucci
Bici vandalizzate e rubate. Ma anche lasciate sugli alberi. O lanciate nel Tevere, l'autorimessa naturale per chi vuol far sparire, per sfregio e in un attimo, la due ruote presa in prestito qua e là in centro. I teppisti del bike sharing sono avvertiti: la percentuale, per ora, non è alta, ma si può anche finire sotto processo per le biciclette a noleggio distrutte o abbandonate. OBike, la società sbarcata a dicembre in città con 1.200 mezzi denuncia e i magistrati procedono. Le bravate così a breve potrebbero diventare oggetto non di multe ma di udienze penali.

LA DENUNCIA
Il primo procedimento riguarda la biondina che qualche settimana fa è stata filmata in un video, divenuto virale, mentre getta con spavalderia la bici OBike nel Tevere, immortalata da uno spasimante. «Vai, io ho pagato e non mi fanno usare la bici», commenta fuori campo il complice. Risatine. Lui 21 anni, lei 20, alla prima uscita, potrebbero rivedersi direttamente a piazzale Clodio. Il pm Maria Bice Barborini ha completato l'indagine a loro carico aperta con la doppia accusa di danneggiamento delle acque, in questo caso del fiume Tevere, e di inquinamento ambientale. Il video era stato postato su una Instagram Stories che riportava anche il nickname dell'utente per cui, una volta informati gli agenti di polizia locale di Roma Capitale, non si sono limitati a rintracciare gli autori dell'atto vandalico ma ne hanno approfittato anche lanciando un appello: «Invitiamo alla collaborazione tutti coloro che possono fornire elementi utili per rintracciare i responsabili di questo gesto». I nomi, così, una volta saltati fuori, sono stati trasmessi a piazzale Clodio e l'inchiesta è stata avviata.

In altri casi sono state trovate le OBike rubate ma non i colpevoli. A pochi giorni dall'inaugurazione del servizio a Roma, nel campo nomadi di via di Salone, gli agenti della municipale ne hanno recuperate quattro, ancora col marchio. «Rubate? Le ha trovate per strada qualcuno e le ha portate qua», si è giustificato un nomade, «Non era nemmeno in una rastrelliera». Ma non è proprio così.
Le bici OBike cominciano a pedalare solo quando il sistema di antifurto posizionato nella ruota posteriore viene disinnescato con la App e codici personali di chi la noleggia. L'alternativa è scardinarlo, ma in questo caso si profila la sottrazione e il danneggiamento. Ad Andrea Crociani, direttore generale OBike, l'argomento interesserebbe pure ma preferisce non affrontarlo.

IL SERVIZIO
«Si parla troppo dell'aspetto vandalico e poco del servizio - spiega - quindi per linea aziendale non facciamo commenti. E le denunce per furto? Quando capita le presentiamo». Bici scassinate o meno, il bike sharing sta prendendo piede anche a Roma, secondo Crociani: «Siamo attivi in una decina di città e attualmente su Roma abbiamo a disposizione 5.000 bici - chiarisce - con picchi di 4.500 corse al giorno e 70.000 utenti registrati». Che non ci sia la cultura della bici in città però lo dimostrano le troppe bici abbandonate.
«Ne abbiamo ripescate in acqua una lunga lista», rivela un investigatore. «E le indagini spesso si rivelano in salita, in mancanza di telecamere».

I carabinieri ad aprile hanno arrestato dei ladri di biciclette, due amici magrebini, di 27 e 35 anni, che avevano manomesso il dispositivo di sicurezza OBike e si erano allontanati in sella lungo via di Santa Maria in Cosmedin, direzione Bocca della Verità, senza fare i conti col sistema di allarme in remoto che ha bloccato improvvisamente le ruote della bicicletta, scaraventandoli a terra. Ancora prima che circolasse in rete il video della bici gettata nel fiume dalla ragazza bionda, alcuni funzionari di OBike avevano provato a mettersi in contatto col giovane che aveva noleggiato il mezzo. «Li abbiamo contattati - aveva raccontato Crociani - non ci hanno neppure chiesto scusa. La denuncia era inevitabile. L'idiozia è solo di qualcuno, in Italia la maggioranza è fatta da gente perbene che ha fame di servizi come il nostro».
 
Ultimo aggiornamento: Martedì 31 Luglio 2018, 09:02
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