«Questa è la politica. C'è chi è bravo con la stampa, io punto a realizzare i piani» dice nel suo unico accenno ai fatti recenti. Il marito di Ivanka sarebbe - secondo indiscrezioni - l'esponente del transition team di Trump che avrebbe diretto l'ex consigliere alla sicurezza Flynn a contattare i russi. Una indiscrezione che, se si rivelasse vera, lo catapulterebbe al centro dell'inchiesta del procuratore speciale Robert Mueller. Al Brooking Institute Kushner parla solo di pace in medio oriente, un obiettivo che gli sta a cuore.
«È raggiungibile» dice. «Non riteniamo l'accordo di pace come un pezzo di carta da firmare e poi sperare che tutto vada bene. Siamo concentrati sul dopo» la firma, aggiunge. Ma l'attenzione del pubblico è soprattutto per Gerusalemme: Trump potrebbe annunciare fra martedì e mercoledì il riconoscimento della città come capitale di Israele, aprendo la strada per un futuro trasferimento dell'ambasciata, che la momento si trova a Tel Aviv.
Un annuncio non privo di tensioni: difficilmente infatti non verrà considerato un vero e proprio affronto dai palestinesi, secondo i quali Gerusalemme est dovrebbe essere la capitale del loro futuro stato.
Il presidente palestinese Abu Mazen lo ha detto chiaramente: il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele potrebbe distruggere i nascenti sforzi di pace della Casa Bianca nell'area del Medio Oriente. «Costituirebbe una minaccia per il futuro del processo di pace ed è inaccettabile» spiega senza mezzi termini
Ultimo aggiornamento: Lunedì 4 Dicembre 2017, 16:38
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