Ancora tensioni tra M5S e Lega, con Di Maio che accusa Salvini di essersi spostato all'estrema destra, schierandosi a difesa della casta, e l'alleato che contrattacca rimproverando ai pentastellati di trovarsi in sintonia con il Pd e scatenando la controreazione del ministro grillino: «M5S spostato a sinistra? Se la sinistra è il Pd, per carità, dio ce ne scampi. Non c'è un capo politico che abbia attaccato il Pd come me, il Pd è ancora quello dei renziani con Zingaretti davanti, non voglio averci nulla a che fare».
«Sull'autonomia serve un vertice di governo che chiedo da un mese. Io ero pronto un mese fa, ma dopo la richiesta di dimissioni di Siri il capo della Lega l'ha presa sul personale», dice il vicepremier Luigi Di Maio rispondendo alle domande dei giornalisti in Senato nel corso di una conferenza sulla sanità. «Sono disponibile ma senza vertice per dirimere temi e nodi non si può procedere. Se si va a rilento la Lega lo chieda a se stessa. Sono offesi per caso Siri? Lo rifarei altre cento volte». Poi a Matrix, su Canale 5, rincara la dose: «Non riconosco più Salvini». «È come se si fosse tolto la felpa e avesse messo l'abito buono della vecchia politica... nel caso Siri si è schierato a difesa della casta».
Striscioni anti-Salvini, tensione nel governo. Di Maio: rischio piazze
Di Maio rinnova poi le critiche sul decreto sicurezza: «A me dispiace che il decreto Sicurezza bis non parli di rimpatri.
Perché già il fatto che stiamo facendo un bis fa capire che c'è qualcosa che ci siamo dimenticati nel precedente». Secondo il ministro del lavoro, bisogna «favorire con norme e stanziamenti economici gli accordi di cooperazione allo sviluppo di paesi di provenienza di queste persone per poter attuare i rimpatri».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Maggio 2019, 07:31
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