Berlusconi si candida al Senato: «Me lo hanno chiesto in tanti». Ma fino a pochi giorni fa aveva detto di no

L'ultima giravolta dell'ex premier. Ecco cosa ha detto in proposito nelle ultime settimane

Berlusconi si candida al Senato: «Me lo hanno chiesto in tanti». Ma fino a pochi giorni fa aveva detto di no

di Domenico Zurlo

Alla fine Silvio Berlusconi ci ha ripensato: si candiderà al Senato con Forza Italia. Ospite questa mattina di "Radio Anch'io", su Rai Radio1, il Cavaliere ha ufficializzato che correrà per Palazzo Madama«Penso che mi candiderò al Senato, così faremo tutti contenti, dopo aver ricevuto pressioni da tanti, anche fuori da Forza Italia», ha detto. «Non mi interessa la lotta sulla leadership, i nomi imi appassionano poco. Mi interessano di più le cose da fare, la battaglia contro l'oppressione fiscale, contro l'oppressione giudiziaria».

Dall'ex premier parole al miele verso Giorgia Meloni: «Noi abbiamo sempre detto che chi ha più voti, verrà proposto al capo dello Stato come candidato-premier. Se sarà Giorgia Meloni io sono sicuro che si dimostrerà adeguata al difficile compito. Io non mi appassiono molto a questa competizione - ha aggiunto Berlusconi - mi interessano molto di più le cose da fare per caratterizzare il centrodestra di governo», ha aggiunto Berlusconi. 

«Ridicolo pensare a un Cln, come se servisse liberare il Paese dal nazismo. Poi è la sinistra che è alleata con chi vota contro l'allargamento della Nato», ha aggiunto. Quanto alla flat tax: «Non è corretto dire che la flat tax costa, almeno nel medio periodo, al contrario fa crescere le entrate dello Stato: con la flat tax evasione e elusione diventano meno convenienti e quindi emerge tutto il Pil sommerso; in secondo luogo lo stimolo che ne deriva fa crescere occupazione, consumi, investimenti e le entrate pubbliche. Cosi la necessità di spesa sociale diminuisce».

Il dietrofront: cosa aveva detto nelle ultime settimane

Quello di oggi, in teoria è un colpo di scena, perché Berlusconi aveva detto nelle ultime settimane che non si sarebbe affatto candidato. A chi gli chiedeva se aver fatto cadere il governo di Mario Draghi gli avrebbe portato come ricompensa la presidenza del Senato, lo scorso 26 luglio aveva ribattuto piccato: «Ricompensa? Vuole scherzare? Io non ho bisogno di alcuna ricompensa.

Ho avuto l'onore di guidare il mio Paese per 10 anni. Chi ha voluto indicarmi per la seconda carica dello Stato ha compiuto un atto di riguardo e di amicizia nei miei confronti che apprezzo particolarmente. Devo però aggiungere che non sono in alcun modo interessato a quel ruolo».

 

Più possibilista invece una settimana fa, il 4 agosto: «Candidarmi? Non ho ancora deciso. Certamente le notizie circolate circa la mia ambizione a diventare presidente del Senato sono totalmente infondate». «Forse mi candiderò per il Senato, ma penso che potrei essere più utile all'Italia, all'Europa e al mondo restando in Europa, convincendo l'Unione Europea a darsi una posizione che la possa mettere in confronto con gli Stati Uniti, con la Russia e con la Cina». E ancora ieri: «Sul mio futuro vedremo, oggi parliamo del futuro del Paese, del futuro dell'Italia», le parole di Berlusconi, che a Radio 24 diceva che dopo il no alla premiership e ad un eventuale candidatura alla presidenza del Senato «mi hanno assalito tutti quelli del mio partito e anche degli altri partiti, dicendomi è importante che lei si candidi e quindi ho detto lasciatemi pensare un poco e poi decidiamo». Oggi, il dietrofront definitivo.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 11 Agosto 2022, 14:32
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