I sindacati, per tattica e per prudenza, si limitano a dire che lo sciopero dei benzinai fissato per il 25 e 26 gennaio è solo «congelato» e sospendono il giudizio sul decreto “trasparenza” del governo. Il provvedimento che dal 10 gennaio obbliga i gestori a esporre il prezzo medio nazionale di benzina e gasolio, accanto a quello praticato dalla pompa, e che sarà ritoccato nelle prossime ore dal Mef. Ma il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, è decisamente più ottimista: «Lo sciopero verrà revocato. I sindacati e le associazione di categoria hanno preso atto della nostra disponibilità a un confronto permanente: martedì si riunisce il tavolo tecnico per il riordino complessivo di un settore che ha sicuramente bisogno di manutenzione. Si andrà da una nuova rete di distribuzione, a interventi sulla filiera dove si verificano fenomeni di speculazione».
A portare alla tregua è stato un incontro a palazzo Chigi convocato dal sottosegretario alla Presidenza e braccio destro di Giorgia Meloni, Alfredo Mantovano, con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, quello alle imprese Adolfo Urso, il Mister Prezzi Benedetto Mineo, e i rappresentanti di Faib Confesercenti, Giuseppe Sperduto, di Fegica, Alessandro Zavallone, e della Figisc, Bruno Bearzi. Durante il vertice i rappresentanti del governo hanno spiegato che non c’era alcuna intenzione di criminalizzare i benzinai o intenti punitivi. E, soprattutto, hanno annunciato il “tavolo tecnico permanente” al dicastero delle Imprese.
Al termine, i sindacati hanno dettato una nota nella quale hanno «apprezzato il chiarimento» che «ripristina una verità inequivocabile: i gestori non hanno alcuna responsabilità per l’aumento dei prezzi, né per eventuali speculazioni». Dunque, «le polemiche finiscono qui». Ancora: «Ora è il momento di lavorare seriamente per restituire efficienza e piena legalità alla rete. Siamo disponibili a individuare strumenti anche normativi utili ad affrontare la contingenza e soprattutto la prospettiva». Insomma, «si apre un percorso che può portare a rivalutare anche lo sciopero proclamato per fine mese, al momento congelato seppure con la riserva per una sua sospensione in funzione dell’esame del testo del decreto una volta emanato».
Il decreto “trasparenza” è infatti ancora da limare nei dettagli: a palazzo Chigi garantiscono che non cambierà nella sostanza.
LE RICHIESTE
In più le associazioni dei consumatori chiedono di ridurre il carico delle accise, introducendo un’accisa mobile capace di ridimensionarsi proporzionalmente all’andamento dei prezzi e una riduzione dell’Iva. Inoltre viene sollecitato il potenziamento delle attività di controllo, dotando il Garante prezzi di maggiori poteri e risorse, con il compito di promuovere e coordinare gli Osservatori territoriali presso le Prefetture, avvalendosi anche della rete delle associazioni dei consumatori e delle Camere di commercio, della Guardia di Finanza e delle Autorità garanti del mercato.
Da parte sua, Urso ha lanciato un avvertimento-allarme: sono oltre quattromila, il 20% del totale, i benzinai che non comunicano al ministero i prezzi giornalieri praticati agli automobilisti. E il governo prevede di rivedere le sanzioni sino alla sospensione per chi non comunicherà i listini al pubblico. Intanto Forza Italia, «non per una polemica pretestuosa», chiede al governo con Alessandro Cattaneo di intervenire sulle accise se il prezzo dei carburanti dovesse salire: «Le risorse in legge di bilancio ci sono». Peccato che la premier abbia spiegato il contrario.
Ultimo aggiornamento: Domenica 15 Gennaio 2023, 12:56
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