Vittoria Golinelli
Le sue vittime, tre ragazzine tra gli 11 e i 13 anni, pensavano

Vittoria Golinelli
Le sue vittime, tre ragazzine tra gli 11 e i 13 anni, pensavano che si chiamasse Giulia e fosse una loro coetanea. Invece dietro a quel nome e a un falso profilo WhatsApp si nascondeva l'orco della porta accanto. Un uomo di 48 anni, fino ad oggi incensurato, è stato arrestato dai carabinieri di Codogno, vicino a Lodi, per violenza sessuale su minore, detenzione e possesso di materiale pedopornografico e corruzione di minorenne.
Secondo quanto ricostruito dalle indagini, per tre anni, tra il 2015 e la fine del 2018, l'uomo - che abitava ancora con gli anziani genitori e soffre da tempo di problemi psicologici - ha abusato delle adolescenti. Violenze documentate meticolosamente con tanto di video e foto trovate dai carabinieri nel suo computer. Una situazione «da film dell'orrore», come l'ha definita il procuratore aggiunto di Milano Letizia Mannella, e che è andata avanti fino a che, nel gennaio scorso, una della tre non ce l'ha fatta più e ha raccontato tutto.
Alle bambine il 48enne si era presentato come un vicino di casa gentile e premuroso. Dopo aver recuperato i loro numeri di telefono, aveva iniziato a contattarle via WhatsApp fingendosi una loro coetanea, Giulia, la «cattivissima e sadica Giulia». «Sfruttando la passione comune per i gattini è riuscito a portarle a casa sua e a violentarle ripetutamente», ha raccontato la pm di Milano Alessia Menegazzo, che ha coordinato le indagini con il procuratore aggiunto Mannella. E alle volte le obbligava anche «ad avere rapporti tra di loro». Scene hard di cui, grazie a una serie di telecamere nascoste in diversi angoli della sua stanza, il pedofilo non perdeva nemmeno una inquadratura. Ma la sua perversione per i video e il sesso con le minorenni non si fermava qui. Sempre via chat chiedeva alle ragazze di inviargli video, che dovevano avere «un preciso minutaggio», in cui si riprendevano in atteggiamenti osè.
A tradire il 48enne è stata proprio una delle foto che aveva pubblicato su Instagram per minacciare le ragazzine di diffondere tutto quello che aveva su di loro se avessero parlato. Un errore che ha svelato il terribile retroscena: a partire da questa foto si è attivata la rete delle amiche delle adolescenti che le hanno riconosciute. A quel punto una è crollata e si è sfogata con un'insegnante.
Nessuno dei genitori si era mai accorto di quanto stesse accadendo alle loro figlie. «Serve grande attenzione a tutti i social, inclusi i servizi come WhatsApp» è l'appello del procuratore aggiunto Mannella. «L'estate è il periodo più a rischio, con tanti incontri nuovi e moltissimi appuntamenti presi proprio tramite i messaggi, che ormai usano diffusamente anche i bambini. È necessario vigilare sui profili con cui interagiscono».
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Ultimo aggiornamento: Martedì 18 Giugno 2019, 05:01
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