Timothy Ormezzano
TORINO - Un blitz di 50 minuti costato 18,8 milioni di euro.

Timothy Ormezzano
TORINO - Un blitz di 50 minuti costato 18,8 milioni di euro. Ieri Cristiano Ronaldo ha trascorso poco meno di un'ora all'Audiencia Provincial di Madrid per chiudere il suo lungo contenzioso col fisco spagnolo. CR7 aveva (inutilmente) chiesto di evitare la gogna mediatica che nel 2016 toccò a Lionel Messi, ma non è stato accontentato.
Niente accesso dal parcheggio sul retro: l'attaccante juventino è entrato dall'ingresso principale del tribunale, sfilando davanti a qualche curioso e a un plotone formato da una cinquantina di telecamere e circa 200 reporter da tutto il mondo.
Elegante, in total black e occhiali scuri, mano nella mano della sua Georgina. Autografi e sorrisi, col pollicione alzato. Poi un altro autografo speciale, ovvero la firma sul patteggiamento per accettare la sanzione carceraria (annullata dalla condizionale) ed economica stabilita dalla corte per i quattro reati fiscali perpetrati dal portoghese creando due società-scudo, una alle Isole Vergini britanniche e l'altra in Irlanda, per provare a dribblare il fisco spagnolo. Tentativo fallito, come quello di lunedì sera, dal dischetto del rigore, contro il Chievo di un super Sorrentino.
«Todo perfecto, hombre», le poche parole pronunciate da Ronaldo andando via. La conversione in multa dei giorni di carcere prevede un versamento di 250 euro al giorno per i 48 mesi della condanna. Il totale tra la cifra evasa, le sanzioni economiche e le spese per la sentenza finale è di 18,8 milioni - circa 7 mesi e mezzo di stipendio alla Juve -, più di un terzo già versati da CR7 lo scorso luglio.
Al conto (salato) si potrebbe aggiungere quello di un ristorante torinese: una tifosa bianconera, colpita e ferita in curva da una sua pallonata nel prepartita di Juve-Chievo, ha chiesto a Ronaldo di essere risarcita con un invito a cena.
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 23 Gennaio 2019, 05:01
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