Sempre più studenti in fuga verso gli atenei all'estero: +36%

Sempre più studenti in fuga verso gli atenei all'estero: +36%
Giulia Parini
Una volta era la fuga dei cervelli, ora si va via addirittura prima di iniziare a studiare. Si gioca d'anticipo e l'Italia perde pezzi: cresce infatti il numero degli studenti che decide di iscriversi direttamente in una università all'estero. Per inserirsi fin da subito in un ambiente straniero in cui poi poter trovare lavoro o comunque avviare una carriera internazionale. Senza dover rimandare il salto dopo la laurea. Secondo i dati Ocse, infatti, nei soli tre anni compresi tra il 2013 e il 2016 gli studenti italiani iscritti in atenei esteri è cresciuta del 36%. Giovanissimi cervelli o aspiranti tali diretti soprattutto nel Regno Unito, dove si sono spostati circa 12 mila ragazzi studenti italiani.
L'Inghilterra si attesta quindi come la meta più ambita. Seguono la Francia con circa 8200 ragazzi italiani alle prese con corsi di laurea stranieri, l'Austria con circa 8mila ragazzi e la Germania con 6200. La mobilità studentesca è di certo un valore aggiunto, una risorsa. Ma dovrebbe funzionare anche in entrata, altrimenti rischia di essere solo una perdita. L'Ocse purtroppo rileva anche che negli stessi tre anni parei in considerazione, dal 2013 al 2016, gli studenti stranieri che hanno scelto l'Italia per laurearsi sono sì aumentati ma solo del 12%. Un terzo del boom degli italiani all'estero.
Nella classifica stilata da Qs con 500 atenei internazionali ci sono appena 16 italiane e solo due si posizionano tra le prime 100 al mondo per capacità di introdurre i loro laureati nel mondo del lavoro: il Politecnico di Milano (36°) la Sapienza di Roma (98esima).
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 12 Settembre 2018, 05:01
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